Corriere di Verona

Tecnici contati: Traviata, ritardi e polemiche

La Fondazione ribatte ai sindacati: «Problemi causati dalla pandemia e un mezzo rotto»

- L.A.

VERONA Torna alta la tensione sindacale all’interno della Fondazione lirica Arena di Verona. Sabato scorso, alla prima de «La Traviata», si sono registrati intoppi e ritardi, con proteste degli spettatori (anche sui social). Dalla Cgil arriva giudizio durissimo. Secondo la segreteria sindacale, infatti, «fino alle 21.50 i protagonis­ti sul palcosceni­co sono stati la gru fissata all’esterno dell’Arena, impegnata a posizionar­e i pezzi dell’imponente scenografi­a, e il personale tecnico, che ha fatto miracoli

Il nodo

La Cisl aveva già lanciato l’allarme personale nelle settimane scorse

per rendere dignitoso lo spettacolo (anche se il montaggio non è stato del tutto completato)». Perché questi inconvenie­nti? Secondo la Cgil, la Fondazione lirica ha avviato «le prove in Arena soltanto ai primi di giugno, ha aggiunto nuovi elementi alle scenografi­e già imponenti degli anni precedenti ed ha assunto un numero inferiore di personale in molti reparti (soprattutt­o in quello tecnico)». Laconica la spiegazion­e che arriva dalla direzione della Fondazione lirica. Una stringata nota afferma infatti che «in un contesto problemati­co per tutti i settori produttivi, in particolar­e quelli stagionali, nei quali la pandemia ha reso difficile il reperiment­o di personale qualificat­o, nel primo pomeriggio di sabato si è verificata la rottura di un mezzo tecnico che ha rallentato le operazioni di montaggio dell’allestimen­to». Ma sul tema interviene anche Fistel Cisl, che rivendica di essere stato il primo sindacato a sollevare il problema della carenza di personale, già alcune settimane fa: «È arrivato il momento della verità e del cambiament­o, non quello degli alibi - scrive il sindacato in una nota - La pandemia è un fatto ben noto e il buon amministra­re deve ormai tenerne prudenzial­mente conto».

La questione è stata al centro di discussion­i anche nel mondo politico, dove peraltro si attendono da un lato la nomina del nuovo assessore alla Cultura e dall’altro i primi atti del sindaco Damiano Tommasi, quale presidente della Fondazione, mentre la Sovrintend­ente areniana, Cecilia Gasdia, ha l’incarico in scadenza nel prossimo anno.

Intanto però, ecco arrivare anche una buona notizia. Ieri mattina a Milano si è tenuta infatti la cerimonia ufficiale per la nona edizione del Premio Cultura + Impresa, il più importante riconoscim­ento italiano dei progetti che operano una sinergia tra la cultura e le imprese. E «Le 67 colonne per l’Arena di Verona» ha vinto come miglior progetto art bonus . «Sono felice -ha commentato la Sovrintend­ente Gasdia - che l’iniziativa areniana continui ad incontrare l’apprezzame­nto di chi lavora da anni per coniugare cultura e impresa privata: siamo nel pieno di una stagione fantastica, - ha aggiunto - e stiamo lavorando per il gigantesco progetto per il centesimo festival areniano nel 2023 e questo premio ci dà ancora più carica e voglia di fare bene per tutti». Nato durante la crisi pandemica, il progetto fondato da Sandro Veronesi di Calzedonia e da Gian Luca Rana dell’omonimo pastificio ha preso il nome dai 67 pilastri della cinta esterna dell’Arena: la prima edizione, lo scorso anno, ha raccolto circa 1,5 milioni di euro, donati dalle imprese del territorio sotto forma di «art bonus».

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 ?? ?? Il premio Le «67 colonne per l’Arena di Verona» è stato premiato a Milano come miglior progetto Art Bonus nell’ambito del Premio Cultura + Impresa
Il premio Le «67 colonne per l’Arena di Verona» è stato premiato a Milano come miglior progetto Art Bonus nell’ambito del Premio Cultura + Impresa

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