Corriere di Verona

«Che annata, oro europeo e Scaligera in A»

Dalfini, ex talento gialloblù e dj al Forum, campione con l’Over45. «Persi 7 kg in due mesi»

- Matteo Sorio © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Nella cartolina dell’Italia Underdogs, oro all’Europeo Over 45 nel weekend in Spagna, c’è anche lui. Risponde da Malaga, Damiano Dalfini, prima d’imbarcarsi sull’aereo che lo riporterà in Italia. Classe ’77, veronese di Villafranc­a, ci sono tifosi della Scaligera che ricordano bene il suo esordio in A1 nel ’93 e tuttora passano a salutarlo a bordo campo: perché Dalfini, oggi, è uno dei due dj che mettono la musica alle gare interne della Tezenis, al Forum.

Dalfini, buongiorno e compliment­i: in bacheca ora c’è pure un oro europeo…

«Devo ringraziar­e Rodolfo Rombaldoni, ex compagno di giovanili a Verona. È stato lui a invitarmi nell’Italia Underdogs. Ero fermo da due anni e per prepararmi ho perso sette chili in due mesi. La vittoria è dedicata a mia madre, il 26 giugno era l’anniversar­io della sua scomparsa».

Lei ha vinto l’oro mondiale con l’Italia Over 40 qualche anno fa: come si tengono in piedi queste Nazionali?

«Siamo ex giocatori che si trovano una volta al mese, una a settimana prima dei tornei. Ognuno ha la sua vita, il lavoro. Io ad esempio faccio il dj e per l’Europeo ho dovuto spostare un po’ di date».

Dove lavora?

«In radio a Viva Fm e nei locali, qui a Verona sono resident a Boscomanti­co ma faccio anche Marina di Ravenna e altre serate al mare. E poi c’è la Scaligera. Dopo la promozione mi hanno chiesto se sono pronto a mettere i dischi contro Milano…».

Ecco, appunto: 1993, Dalfini esordisce contro l’allora Recoaro Milano a soli 15 anni, uno dei più giovani nell’album gialloblù.

«Era la Milano di Djordjevic e Sconochini. Giocavo ala piccola, ricordo che schiacciai. Il giorno dopo c’era un articolo sulla Gazzetta». In quella Verona giocava an he Alex Frosini, oggi diesse della Scaligera tornata in A dopo vent’anni…

«L’estate scorsa mi aveva detto “puntiamo a entrare nelle prime otto”, io l’avevo invitato a guardare più in là, lui mi ha risposto “vediamo…”. Io mi fido di Alex. È stato diesse in A con Reggio Emilia e qui ha già fatto un grande lavoro sul roster della promozione». Come ha vissuto il ritorno in A, Dalfini? «Una autentica liberazion­e. Non aspettavam­o altro, perché Verona merita quel tipo di palcosceni­co». Dell’allenatore della cavalcata, Alessandro Ramagli, cosa le piace? «La grande solidità che trasmette alla squadra».

Sta seguendo il mercato?

«Sì. Sarà interessan­te vedere l’impatto di Anderson e Johnson in A. Le prime quattro o cinque sono fuori portata, con le altre puoi giocartela: serve un roster per rimanere su e confidiamo nell’apporto degli sponsor».

Lei ha vissuto gli anni d’oro del basket a Verona: i fotogrammi più belli?

«L’esordio e la coppa Korac. E poi aver conosciuto giocatori come Henry Williams e Mike Iuzzolino».

Di Iuzzolino cosa può raccontarc­i?

«Un martello per dedizione e lavoro in allenament­o». E di Henry Williams?

«Eravamo compagni di camera in trasferta. Aveva sempre la Bibbia in mano e infatti poi diventò pastore. Di lui, quando arrivò, non si sapeva nulla: esplose, letteralme­nte. E le giocate che faceva in partita erano soltanto la metà dello show che ti regalava in allenament­o».

L’album dei ricordi «Esordio e schiacciat­a contro Milano, stavo in camera con Williams nelle varie trasferte»

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Oro europeo Damiano Dalfini con la maglia dell’Italia Over45 Underdogs

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