Il monologo di Preziosi sulle Idi di Marzo nel segno di Shakespeare
«Cercherò di trasformare il Teatro Romano in un foro. Quello in cui, in una notte nefasta, si sviluppò la congiura reticolata tra Cassio, Bruto e Marco Antonio. Farò rivivere quel luogo dagli spalti, dove il popolo di spettatori decreterà e ascolterà l’orazione funebre più incredibile della storia». Alessandro Preziosi preannuncia così la prima nazionale del monologo Il mio cuore è con Cesare, giovedì 7 e venerdì 8 luglio alle 21.15 al Teatro Romano, all’interno del Festival Shakesperiano, cuore pulsante dell’Estate Teatrale Veronese. È il primo titolo del progetto «Shakespeare: La vita degli altri», ciclo triennale di recital inediti tratti dai capolavori del Bardo, a cui seguirà La versione di Bottom nel 2023, tratto da Sogno di una notte di mezza estate,e Buonanotte dolce principe nel 2024 da Amleto. «Le Idi di Marzo testimoniano uno degli episodi più celebri dell’antichità romana – spiega Preziosi -, interpretato e tramandato in opere letterarie, dipinti, addirittura film. Nel tempo, l’assassinio di Giulio Cesare è stato oggetto di un intenso dibattito culturale che oggi non si è ancora spento, diventando la rappresentazione di un estremo atto ideologico compiuto in difesa dei valori delle libertà civili». Protagonisti della vicenda sono Cesare, Marco Antonio, Cassio e Bruto e, sullo sfondo, l’interesse del bene comune. Il testo, ispirato a Giulio Cesare di Shakespeare e adattato da Tommaso Mattei, prende le mosse dalla celebre orazione funebre pronunciata dal generale Marco Antonio. «L’uomo al comando muore una volta sola – precisa l’attore - . Piuttosto che vivere nella paura, va incontro alla morte. Quando Marco Antonio tira fuori il testamento di Cesare, in cui nomina propri eredi tutti i cittadini di Roma, compie l’impossibile: riconquistare il favore del popolo. E lo fa con un coup de théâtre, cedendo al popolo il ruolo di giudice». Prodotto da Khora Teatro, il recital di Preziosi è impreziosito dalla performance dell’Umbria Ensemble (Massimo Mercelli al flauto e Maria Cecilia Berioli al violoncello) che eseguirà dal vivo le musiche di Giacomo Vezzani. «Shakespeare mi ha conquistato fin da quando ero ragazzino – conclude – perché, dal punto di vista dei contenuti, è quanto di più vicino esista all’insensatezza dei sentimenti. È come un processo senza fondo, in cui continuo a interrogarmi, senza mai riuscire a trovare qualcosa di definitivo». Biglietti su www.spettacoloverona.it.