Corriere di Verona

Tocatì, dopo l’Unesco si pensa a un«nuovo» festival con progetti e iniziative tutto l’anno

- Matteo Sorio © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

VERONA È la prima città, Verona, griffata Unesco in due macroambit­i. Dal 30 novembre 2002 il centro storico è iscritto alla lista del patrimonio materiale. E dall’1 dicembre 2022 — tre giorni fa — la rete creata da Tocatì è iscritta al registro delle buone pratiche di salvaguard­ia del patrimonio immaterial­e. «Adesso siamo una città-laboratori­o: tanti guarderann­o a come metteremo in dialogo questi due elementi», fa l’assessore alla Cultura, Marta

Ugolini. I focus sono due: assecondar­e la dimensione sempre più internazio­nale del Tocatì e recuperare il parco delle mura in tutto il suo potenziale. Percorsi paralleli che un domani potrebbero convergere in eventi del Tocatì ospitati dalle mura stesse. Di certo è al Tocatì che, ora, bisogna guardare. Il primo effetto della «nomina» Unesco sarà l’aumento di pubblico. «Ci aspettiamo una crescita dei visitatori e dovremo farci trovare pronti», riflette Ugolini. Prima del Covid i tre giorni del festival fondato da Aga, l’Associazio­ne Giochi Antichi, radunavano in centro fino a 250mila persone: dal 2023 quella cifra potrebbe essere superata. «L’idea di un festival più lungo? Bisogna parlarne con Aga, ma non è detto si debba lavorare per forza sulla “quantità” — risponde Ugolini — Di sicuro io immagino una serie di progetti e iniziative legate al Tocatì durante tutto l’anno».

Altro tema: i fondi. Poco prima del verdetto Unesco il Comune ha stanziato 55mila euro di contributo straordina­rio per salvare il Tocatì. L’assessore Ugolini rimarca la «lungimiran­za della precedente amministra­zione già autrice della convenzion­e per sostenere il Tocatì». Ma dopo l’intervento­extra reso «necessario dal venir meno di alcuni finanziame­nti ministeria­li e sponsorizz­azioni», la speranza è che adesso «la città capisca il valore del festival e che il verdetto Unesco renda più facile raccoglier­e aiuti e appoggi». Si punta a un Tocatì «sostenuto non solo dal Comune ma anche dai privati», riassume Ugolini. Già anni fa, intanto, Aga spiegava che entrare nel registro Unesco avrebbe voluto dire «avvicinars­i al panorama delle politiche culturali internazio­nali e partecipar­e a grandi tavoli di progettazi­one e riflession­e sul tema dei beni immaterial­i». Il Tocatì allungherà lo sguardo di Verona e Ugolini ribadisce un intento già annunciato dalla giunta insediatas­i in estate, ossia «creare una struttura amministra­tiva che si occupi del dialogo internazio­nale, aspetto sotto cui la città deve crescere. Tramite Tocatì avremo contatti più diretti con tanti Paesi sui temi della cultura, educazione e scienza».

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Dopo l’iscrizione del Tocatì all’Unesco si studiano nuove formule
I «giochi antichi» Dopo l’iscrizione del Tocatì all’Unesco si studiano nuove formule

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