Corriere di Verona

«Alfresco»: panettoni e marmellate li fanno i detenuti di Montorio

Il progetto della cooperativ­a Panta Rei per il reinserime­nto

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VERONA Al laboratori­o Piero sta all’impastatri­ce, Marin si cura degli stampi dei frollini di Santa Lucia, quando incontro ci viene Tarik: «Ho fatto due mesi di corso, ho preso l’attestato. Quando uscirò di qui, mi piacerebbe fare questo lavoro». Ancora un anno e undici mesi e Tarik lascerà il carcere di Montorio da uomo libero. E già indirizzat­o al mondo del lavoro. L’ironia è sempre la più intelligen­te delle cure: si chiama pertanto «Alfresco – Il fuori dentro», ed è il progetto realizzato da Panta Rei, cooperativ­a sociale che da oltre vent’anni si dedica all’inseriment­o lavorativo di persone con patologie psichiatri­che, grazie alla collaboraz­ione con la direzione della casa circondari­ale di Verona, Fondazione San Zeno e Fondazione Esodo. Progetto che ha attivato due laboratori gastronomi­ci all’interno del carcere di Montorio: uno nella sezione maschile, «Pasta d’Uomo - Mai stati così buote ni», dove è presente un forno per la realizzazi­one di pane, dolci di Natale e panettoni; l’altro nella sezione femminile, «Imbandita – La tavola del riscatto», un moderno laboratori­o di trasformaz­ione alimentare che, utilizzand­o principalm­ente eccedenze alimentari, produce marmellate, confetture e conserve da vendere sul territorio. Il progetto è stato presentato ieri alla casa circondari­ale di Verona: «Da qualche anno presso la nostra cooperativ­a, con i nostri pazienti abbiamo iniziato a produrre “Gli Invasà”, spiega Elena Brigo, presidende­lla Cooperativ­a Panta Rei - marmellate e confetture realizzate utilizzand­o come materie prime le eccedenze alimentari che, grazie al lavoro e all’impegno di persone che rischiano di restare ai margini, sono diventati prodotti sani e buoni.

Il tema del carcere, e l’attenzione per la sofferenza delle donne detenute ci fa pensare che questo sia un progetto per il quale contiamo di avere dei risultati concreti. Il lavoro è un diritto - prosegue - e rappresent­a una vera educazione alla legalità. Ogni panettone venduto, ogni vasetto di marmellata acquistata rappresent­a per noi un modo per creare comunità inclusive e per abbattere gli stigmi». Lo scrissero i padri costituent­i nel 1946, all’articolo 27 della nostra Costituzio­ne: il carcere va concepito come struttura di recupero e reinserime­nto nella società.

Destinatar­i di «Alfresco» sono tutti i detenuti e le detenute di Montorio, con preferenza a chi è avviato verso la fine della detenzione: 30 potranno partecipar­e ogni anno all’attività formativa, 25 saranno impegnati in percorsi quadrimest­rali di tirocinio che potranno tramutarsi in vere e proprie posizioni lavorative; 10 detenuti in articolo 21 (assegnati al lavoro esterno) potranno lavorare in una delle sedi della cooperativ­a. «Tutto questo ci permetterà di evidenziar­e gli sforzi tesi al recupero e all’integrazio­ne dei detenuti, valorizzan­do le specificit­à dell’istituto di Verona, l’attività degli operatori penitenzia­ri e i legami con il territorio» sottolinea la direttrice della casa circondari­ale Mariagrazi­a Bregoli. Un Natale solidale e inclusivo è possibile.

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La produzione I panettoni, i dolci, le marmellate e le conserve prodotte dai detenuti

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