Tezenis, Tortona non ha pietà Quarta sconfitta di fila in casa
I piemontesi scappano nella ripresa con sei uomini in doppia cifra
È durata poco meno di trenta minuti, la Scaligera. Poi s’è appoggiata al ring, lingua penzoloni. Anche perché le rotazioni sono corte. E questo rende ancor più esiziali certi grigiori dei titolari. Vedi Holman e Sanders. Il primo (reduce da un problema alla caviglia) fuori dal cuore del match, e non è la prima volta. Il secondo (stagione iniziata senza una preparazione vera e propria) sottotono come già otto giorni fa con Varese.
L’80 a 102 di ieri al Forum — settimo ko su 9 turni, quarto di fila in casa — racconta qualcosa che già si sapeva, ossia che Tortona, terza forza di serie A, poggia su un sistema difensivo «svizzero» mentre la Tezenis denuncia tuttora un attacco poco continuo. Un combinato che annunciava, alla vigilia, quanto dura sarebbe stata sul parquet. Un parquet dove Verona ha continuato
a cercare quegli equilibri che le mancano, perché i rimescolamenti vissuti da ottobre a oggi (via Selden, dentro Sanders, via Imbrò, dentro Bortolani) si fanno tuttora sentire. Ma il -22 finale, comprensivo di 64 punti subìti nella ripresa, rafforza anche l’impressione che a Verona serva un altro innesto di peso. Quel roster che, fisiologicamente, contro avversarie simili finisce per spremere otto giocatori, fermandosi poi di fronte all’inesperienza di Udom, alla sofferenza di Candussi in area e all’inevitabile riposo concesso a capitan Rosselli.
Secondo Marco Ramondino, tecnico di Tortona, «Verona ha bisogno di tempo e il punteggio non rispecchia la sua prestazione». Una prestazione generosa, quella giallogriffando blù, almeno fino a quel terzo quarto il cui gap è andato poi degenerando nell’ultima frazione. Orfano delle statistiche generali causa software della Lega in tilt, il taccuino racconta comunque che la difesa di Tortona è stata un tritacarne, in avvio e nella ripresa. Accerchiata
quando andava in post basso e disturbata sul perimetro dalla taglia di Christon e soci, Verona ha avuto il demerito iniziale di concedere troppo nell’1 contro 1 e a rimbalzo offensivo, ma anche il merito di reagire da gruppo all’inerzia sfavorevole. Il tutto un secondo quarto che contiene le cose più belle della serata: i cambi sistematici ed efficaci sui pick&roll di Tortona, il ritmo preso offensivamente grazie a Anderson, la capacità di imprimere un proprio ritmo al duello.
Alla lunga, però, il divario fra le prestazioni individuali — Anderson e Cappelletti sugli scudi, Casarin e Bortolani meno incisivi — ha fatto sì che Tortona scappasse, fino a iscrivere 6 uomini in doppia cifra sul tabellino.
Riflette Alessandro Ramagli: «La verità è che noi oggi non riusciamo ad avere una condizione omogenea e a essere tutti performanti al 100%, per motivi fisici e mentali. Sono problematiche chiare e rimediabili. Non siamo corti, secondo me, nel senso che ci sono giocatori che possono fare di più. L’unica ricetta è continuare a spingere».
La Scaligera, ora ultima a 2 vinte e 7 perse, va a Treviso domenica prossima per un derby bollente. Anche i «cugini» veneti sono a quota 4 in classifica.