La montagna incantata
Che cosa ci è successo? Come abbiamo potuto ridurci così? Facciamo un piccolo gioco, come una macchina del tempo. Immaginiamo di essere un abitante delle Dolomiti di inizio Novecento, di quella che con molte ragioni si chiama ancora, a distanza di oltre un secolo, la Belle Époque. A Landro, località a quota 1405 metri tra Cortina e Dobbiaco, sorgeva un piccolo abitato dove era stato costruito uno splendido albergo, l’Hotel Baur e dependances. C’erano luce e riscaldamento e acqua corrente, e perfino campi da tennis, e vezzosi edifici in stile alpino, il tutto in modo così autonomo che vi si potevano passare le settimane, i mesi, e restare tuttavia connessi al mondo. Il villaggio di Landro è stato raso al suolo dagli austroungarici nel 1915 per ragioni belliche, ma vale la pena di notare che negli anni successivi era possibile scendere al lago vicino grazie a una fermata del treno, la Ferrovia delle Dolomiti, con molte corse quotidiane che collegavano Calalzo a Dobbiaco, fermando anche in paesi minuscoli, anche in stazioncine sperdute. Facciamo un salto avanti di centovent’anni. Statale di Alemagna, tra Belluno e Cortina, un giorno qualsiasi. A causa dei cantieri (benemeriti) che finalmente per le Olimpiadi porteranno quattro indispensabili varianti ai centri di San Vito di Cadore, Valle, Tai, Longarone, i tempi di percorrenza oggi sono piuttosto lunghi. Soprattutto, il treno non è più da tempo un’opzione: quello tra Belluno e Calalzo effettua corse rade, e come noto la linea da Calalzo a Dobbiaco è stata smantellata nel 1964. In questa stessa montagna, a 120 anni dalla efficienza asburgica di quel delizioso paesino completo di tutto, l’unico modo per salire in una delle più ambite località al mondo è un servizio di corriere che, a meno che non si voglia ricorrere al treno regionale più Dolomitibus (con vari cambi, però), effettua in bassa stagione due sole corse dirette Venezia - Cadore/Cortina al giorno: è la società privata Cortina Express. E meno male che c’è. Il servizio pubblico è talmente poco competitivo da non meritare menzione. L’edilizia a corredo dei pochi servizi menzionati, poi, è del tutto assente. A Longarone, per esempio, a causa dei lavori, la corriera la si prende in un piazzale-parcheggio desolato e miserrimo dove non esiste nemmeno una pensilina; la vicina stazione dei treni, lasciata dalle FS in uno stato di romantico abbandono, non dispone neanche di gabinetti pubblici. Se invece del Cortina Express si opta per Dolomitibus si deve attendere 10, 15, 20 minuti il cambio del bus nel piazzale di Tai… Come abbiamo potuto ridurci così?