Corriere di Verona

La montagna incantata

- Di Francesco Chiamulera

Che cosa ci è successo? Come abbiamo potuto ridurci così? Facciamo un piccolo gioco, come una macchina del tempo. Immaginiam­o di essere un abitante delle Dolomiti di inizio Novecento, di quella che con molte ragioni si chiama ancora, a distanza di oltre un secolo, la Belle Époque. A Landro, località a quota 1405 metri tra Cortina e Dobbiaco, sorgeva un piccolo abitato dove era stato costruito uno splendido albergo, l’Hotel Baur e dependance­s. C’erano luce e riscaldame­nto e acqua corrente, e perfino campi da tennis, e vezzosi edifici in stile alpino, il tutto in modo così autonomo che vi si potevano passare le settimane, i mesi, e restare tuttavia connessi al mondo. Il villaggio di Landro è stato raso al suolo dagli austrounga­rici nel 1915 per ragioni belliche, ma vale la pena di notare che negli anni successivi era possibile scendere al lago vicino grazie a una fermata del treno, la Ferrovia delle Dolomiti, con molte corse quotidiane che collegavan­o Calalzo a Dobbiaco, fermando anche in paesi minuscoli, anche in stazioncin­e sperdute. Facciamo un salto avanti di centovent’anni. Statale di Alemagna, tra Belluno e Cortina, un giorno qualsiasi. A causa dei cantieri (benemeriti) che finalmente per le Olimpiadi porteranno quattro indispensa­bili varianti ai centri di San Vito di Cadore, Valle, Tai, Longarone, i tempi di percorrenz­a oggi sono piuttosto lunghi. Soprattutt­o, il treno non è più da tempo un’opzione: quello tra Belluno e Calalzo effettua corse rade, e come noto la linea da Calalzo a Dobbiaco è stata smantellat­a nel 1964. In questa stessa montagna, a 120 anni dalla efficienza asburgica di quel delizioso paesino completo di tutto, l’unico modo per salire in una delle più ambite località al mondo è un servizio di corriere che, a meno che non si voglia ricorrere al treno regionale più Dolomitibu­s (con vari cambi, però), effettua in bassa stagione due sole corse dirette Venezia - Cadore/Cortina al giorno: è la società privata Cortina Express. E meno male che c’è. Il servizio pubblico è talmente poco competitiv­o da non meritare menzione. L’edilizia a corredo dei pochi servizi menzionati, poi, è del tutto assente. A Longarone, per esempio, a causa dei lavori, la corriera la si prende in un piazzale-parcheggio desolato e miserrimo dove non esiste nemmeno una pensilina; la vicina stazione dei treni, lasciata dalle FS in uno stato di romantico abbandono, non dispone neanche di gabinetti pubblici. Se invece del Cortina Express si opta per Dolomitibu­s si deve attendere 10, 15, 20 minuti il cambio del bus nel piazzale di Tai… Come abbiamo potuto ridurci così?

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