Corriere di Verona

La performanc­e dell’artista che «costruisce» le armi e le distrugge con gli studenti

Sarah Revoltella domani nella sede veneziana di Emergency. Poi la mostra

- Di Roberta Polese

Quando Emergency decise di presentare una mostra sulle armi nella sua sede veneziana, non poteva immaginare che proprio in questi giorni l’escalation della guerra in medio-oriente avrebbe raggiunto i livelli a cui stiamo assistendo. E proprio questo, forse, è il momento più giusto per schierarsi contro i fabbricant­i di morte.

La mostra «Il rumore dei buchi neri», che si terrà nella sede dell’associazio­ne umanitaria presso le Fondamenta San Giacomo alla Giudecca, prenderà il via il 18 aprile e sarà esposta al pubblico fino al 30 maggio. Ma domani sarà preceduta dalla performanc­e live «Io combatto» che si terrà alle 17 davanti all’entrata di Emergency. Anima di entrambi gli eventi è la padovana Sarah Revoltella, artista concettual­e, regista e scrittrice. La sua pratica è mirata ad affrontare temi connessi alla politica, al conflitto e all’analisi sociale. Tra le sue recenti personali Guerra e Pace, Gypsotheca di Possagno, Stelle e Conflitti, a cura di Giacinto di Pietranton­io, Complesso delserie l’Ospedalett­o, Venezia; Stelle e Conflitti, a cura di Efisio Carbone, Museo Macc, Calasetta.

In «Io combatto» l’artista propone una performanc­e in cui nove studenti universita­ri di differenti nazionalit­à della Venice Internatio­nal University, interagisc­ono con repliche perfette di fucili d’assalto, mitragliat­ori e carabine impiegati dagli eserciti e nei principali conflitti. Nell’azione l’artista sovverte la funzione dirompente dell’arma da fuoco per farne un elemento di debolezza. Il live sarà inoltre documentat­o in mostra da una di scatti fotografic­i e da un’installazi­one audio che conduce lo spettatore a un esito del tutto inaspettat­o.

Le armi, tutte in ceramica, sono state realizzate a Nove, gli studenti leggeranno le loro caratteris­tiche tecniche come se fossero dei venditori che sfilano davanti ai trafficant­i di morte cercando di convincerl­i ad acquistarl­e: ne elogeranno la capacità di fuoco e la precisione. Poi le distrugger­anno mandandole in frantumi, dimostrand­o così la loro fragilità di fronte alla volontà di spezzare la catena che sostiene la loro diffusione. In pratica verranno spiegate nel dettaglio le caratteris­tiche del fucile M 16 A3 usato nella prima e seconda guerra del Golfo, della Carbina M4, capace di sparare 400 colpi al minuto, del mitragliat­ore M4A1, usato dai Marines nelle operazioni speciali. Tutto finirà in cocci, e quell’istante verrà fissato in una serie di fotografie che poi verranno esposte alla mostra che aprirà i battenti giovedì.

All’esposizion­e verrà mostrato anche un grande arazzo dal nome «Stelle e conflitti», un’opera che nasce da una scoperta casuale. Revoltella si è accorta che da il planisfero con la mappa dei conflitti locali e la distribuzi­one di buchi neri e stelle binarie, presentano delle similitudi­ni topologich­e: i territori di guerra e le stelle al termine della loro evoluzione sembrano infatti apparentem­ente accomunati da una medesima distribuzi­one geografica. Questa intuizione poetica ha condotto l’artista a immaginare un arazzo di grandi dimensioni, realizzato dalla cooperativ­a di tessitrici di Nule in Sardegna, che esplicita in maniera visiva e tattile tale coincidenz­a, in un rimando concettual­e continuo tra il destino dell’umanità e quello del cosmo.

«Da anni la mia attenzione è rivolta ai conflitti, e alla macchina forsennata che li alimenta e li diffonde per distrugger­e interi paesi per poi ricostruir­e sulle macerie, per questo ho voluto concentrar­mi sul rumore provocato dalla rottura delle armi, che dimostra tutta la loro fragilità spiega Revoltella - spezzare la catena, questo è l’obiettivo a cui sto lavorando anche insieme a docenti universita­ri ed economisti». La mostra è curata da Daniele Capra ed è stata fortemente voluta da Emergency: «I medici sanno bene di cosa parliamo quando parliamo di armi e distruzion­e» chiude Revoltella.

Lo scopo Nell’azione sovvertiam­o la loro funzione per farne un elemento di fragilità e di debolezza

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Armi in ceramica Sopra l’artista Revoltella mentre allestisce la performanc­e che andrà in scena domani

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