«Il Calamaro gigante» Una storia surreale tra cabaret e poesia
Nasce dall’omonimo romanzo dello scrittore toscano Fabio Genovesi, classe ’74, l’adattamento teatrale de Il calamaro gigante. A firmarlo, insieme allo stesso Genovesi, sono Angela Finocchiaro e Bruno Stori, protagonisti sul palcoscenico, e il regista ligure Carlo Sciaccaluga. Lo spettacolo racconta la storia di Angela — una «donna con una vita normale e una realtà sincera che sulla strada di ritorno da una cena di lavoro si trova incastrata nel traffico e viene travolta da un’onda marina» — e passa stasera alle 20.45 dal Teatro Salieri di Legnago (biglietti su www.teatrosalieri.it, tel. 0442/25477). Racconta Sciaccaluga, classe ’87, figlio d’arte, che si tratta di «una storia surreale, incentrata sulla figura di una
cinica assicuratrice, rapita da un’onda impossibile e scaraventata nell’Ottocento nella storia di questa creatura incredibile. Tutto si snoda in una serie di episodi alla ricerca del calamaro gigante, in un tono fra il poetico e il cabarettistico. Ad affascinarmi è il tema di fondo, cioè l’apologia del teatro: esiste un luogo dell’immaginazione in cui tutto è possibile, un luogo che sta dentro di noi e di cui il teatro è la rappresentazione ideale». Musiche di Rocco Tanica (vedi Elio e le storie tese) e Diego Maggi, scene e costumi di Anna Varaldo, Il calamaro gigante è prodotto dal Teatro Nazionale di Genova insieme a Enfi Teatro e Nuovo Teatro Parioli. Proprio dal Teatro Nazionale ricordano che «l’esistenza del calamaro gigante venne confermata dalla scienza solo nel 1871. Per secoli i suoi sporadici avvistamenti hanno alimentato racconti su serpenti e mostri marini. Per Fabio Genovesi, il calamaro gigante è la metafora dell’impossibile che diventa vivo». Così, come si legge nelle note dello spettacolo, «la società dominata dall’algoritmo in cui viviamo e il materialismo imperante si ritirano imbarazzati di fronte al manifestarsi fisico di una creatura creduta leggendaria per secoli: Angela, e noi con lei, inizierà a ad accettare che nell’immensità del mare ci sia una vita che sfugge al nostro controllo».