Corriere di Verona

Tassa di soggiorno: aumenti fino al 40 % Albergator­i contrari

- Lillo Aldegheri

L’imposta di soggiorno, a Verona, sarà sicurament­e aumentata, ma è «duello» sul quanto, sul come e sul quando. E’ questo il risultato dell’incontro che, si è svolto ieri pomeriggio a Palazzo Barbieri tra le assessore Luisa Ceni e Marta Ugolini, da un lato, e le categorie interessat­e, dall’altro.

Le due rappresent­anti della giunta comunale hanno spiegato che la decisione è legata alle difficoltà finanziari­e esistenti e che, in questo modo, potrebbe essere evitato un aumento della Tari, la Tassa sui rifiuti. L’ipotesi era nell’aria da tempo, ma l’entità dell’aumento ha preso molti in contropied­e. L’ipotesi fatta ieri prevede aumenti del 30 e anche del 40 per cento, a partire praticamen­te da subito, ossia dal mese di giugno. Per fare degli esempi, negli alberghi a 3 stelle l’imposta passerebbe da 2,50 a 3,50 euro a notte, mentre in quelli a 4 stelle si passerebbe da 3,50 a 4,50 euro. Confermata anche la proposta di ridurre, da 5 a 4, il numero massimo di notti «tassate».

Negativa, come prevedibil­e, la reazione delle categorie interessat­e. E da lì è partito un confronto serrato (ma sempre con toni più che civili, alla ricerca di un dialogo). Alla fine ci si è dati appuntamen­to per un nuovo incontro, a breve, prima di qualsiasi decisione.«Che un aumento fosse nell’aria lo avevano capito e ce lo aspettavam­o — spiega il presidente degli albergator­i, Giulio Cavara — ma non di queste proporzion­i, che porterebbe Verona praticamen­te alla pari di Venezia e, quindi, tra le città che pagano l’imposta più alta di tutta Italia». Cosa succederà adesso?

«Il dialogo va avanti — afferma Cavara — e sappiamo anche noi che, come si usa dire, la coperta è corta. Ma se, come ci è stato ribadito, si vuol premiare un turismo più stanziale rispetto al classico “mordi e fuggi”, la strada non ci pare sia questa: nel corso della riunione abbiamo detto che è possibile percorrere vie diverse, e di questo riparlerem­o a breve termine. Più in generale – conclude il leader degli albergator­i – mi sento di aggiungere che la logica di colpire il turista perché è una persona di passaggio, e quindi non vota alle elezioni, è una logica sbagliata, soprattutt­o per una città come la nostra. Il dialogo è stato e resta comunque civile, anche se franco, e quindi vedremo».

Nelle ultime settimane molti Comuni (tra cui Padova e Brescia) hanno aumentato l’imposta che, a Verona, è invariata da quasi un quinquenni­o e che l’anno scorso ha fruttato 6,2 milioni di euro.

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