Ville, navi da crociera e musei Somec, nuovi ordini per 33 milioni
Marchetto: «Armatori frenetici. E nel museale molte iniziative»
Le commesse al quartier generale di Somec, a San Vendemiano (Treviso), arrivano in sequenze di raffiche, i clienti quasi non occorre cercarli. La diversificazione raggiunta su tre segmenti di mercato, cioè le originarie architetture navali e facciate civili, le cucine professionali e gli interni personalizzati di alto profilo, paiono garantire una crescita sicura del fatturato (370 milioni nel 2023, per il 40% realizzato negli Usa) e, soprattutto, un ritorno alla marginalità precedente il Covid.
La novità di ieri è una serie di otto ordini su tutto il ventaglio di produzioni, che valgono insieme 33 milioni di euro. Ma fra essi, per capire il taglio dei contratti, ce n’è uno da 12 milioni che riguarda, negli Stati Uniti, una sola villa a Miami (Florida). Pure se quello che fra gli altri sembra il filone più in fermento oggi è il navale. «Mai visti come in questo momento gli armatori così frenetici – ammette il presidente di Somec, Oscar Marchetto – e si può capire, dato che oggi, nel mondo, non ci sono abbastanza navi per imbarcare tutti i turisti desiderosi di andare in crociera. Se nel 2019 sono stati 29 milioni, l’anno scorso il dato è salito a 33 e con prezzi dei biglietti senz’altro superiori a quattro anni prima. Le prenotazioni per il 2024 sono già più numerose del 10%; è sempre più chiaro come, dopo la pandemia, in tutto il mondo si sia iniziato a valorizzare diversamente il tempo libero e ad assumere nuove abitudini di spesa».
Molte delle navi sono da costruire ma l’impegno più urgente è il restyling delle esistenti. Due delle otto commesse di Somec hanno per clienti i cantieri Meyer Wismar Sàrl & Co e Chantiers de L’Atlantique, nel primo caso per il design, la fornitura e la posa di aree retail e ristoranti per la Disney Cruise Line, nel secondo si tratta di operare su un superyacht dell’hotellerie di lusso.
E poi i negozi di classe olimpica. Gioiellerie a Madrid e a Milano, boutique a Londra, mosaici, ceramiche e legno in un negozio newyorchese ai piani alti di un grattacielo. Un tratto finora inedito è il debutto nel sistema dei musei. «Nel mondo se ne stanno costruendo moltissimi – aggiunge Marchetto - e le richieste vertono su progetti con tanto marmo, bronzo e legno. Con il Louvre Abu Dhabi, ad esempio, si sta cercando di conferire una cifra culturale esclusiva persino agli Emirati».
Per il gruppo trevigiano l’impegno è tuttavia nella vicina Francia con la fornitura e la posa in opera di teche ed allestimenti nel Museo delle Incoronazioni di Reims, riferibile al Centre des Monuments Nationaux. Questo e gli altri del lusso, «sono ambiti talmente ampi da presidiare che noi contiamo nel mondo qualcosa come lo zero virgola. Dunque, data la richiesta della competenza artigianale italiana, siamo nelle condizioni di non temere gli effetti di crisi occasionali in questo o in quel quadrante geografico».
Sono considerazioni sufficienti a ritenere lasciata alle spalle la crisi di profitto (una perdita di 10,4 milioni) registrata lo scorso anno: «È la coda di alcune commesse conseguite prima del Covid, guerra in Ucraina e inflazione che dovevamo comunque portare a termine. Ma le operazioni straordinarie affrontate tra il 2021 e il 2022 per impostare la Somec nelle sue diverse specializzazioni ci stanno dando ragione; e gli ordini da oggi al 2026 – chiude il presidente – assicurano crescite di fatturato e, soprattutto, di marginalità».