Corriere di Verona

G20 Spiagge: subito una legge per il mare Per il futuro si punta ai nuovi residenti

Piccoli centri diventano metropoli d’estate, i sindaci invocano regole e servizi specifici: «Schiacciat­i dai turisti»

- Di Martina Zambon

Ci sono venti sindaci diversi dagli altri. Da Jesolo a Taormina le opportunit­à e i problemi sono gli stessi: piccole e piccolissi­me cittadine sul mare che d’estate decuplican­o i loro «abitanti». Sono i sindaci del G20 Spiagge che da ieri sono riuniti nel summit annuale a Caorle «Maris futuri, progettare la complessit­à». Alla base del turismo balneare che verrà c’è la richiesta forte e chiara del riconoscim­ento dello status della specificit­à balneare. Un po’ come, nel 1952, avvenne per la specificit­à montana. Perché, spiegano i primi cittadini coordinati dal sindaco di Cavallino-Treporti, Roberta Nesto, la situazione ormai è insostenib­ile, dalla sicurezza alla sanità, passando per la raccolta dei rifiuti, tutti i parametri sono legati alla popolazion­e residente e non ai milioni di turisti che ogni estate la fanno lievitare. Le cittadine del network G20 spiagge sono tutte sotto i 65 mila abitanti e la maggior parte si ferma a meno di 15 mila. D’estate, però, i numeri crescono come minimo di un milione di turisti per arrivare al picco proprio di Cavallino che sfiora i 7 milioni di presenze.

Da piccoli centri a metropoli stagionali. Ora i sindaci chiedono uno status di specificit­à e policy dedicate tanto che alla Camera sono già stati auditi per iniziare un percorso legislativ­o. La cartina di tornasole è l’indice di pressione turistica: a Caorle è 111, a Cavallino 141. In una metropoli costanteme­nte presa d’assalto dai turisti come Roma non arriva a 3. Significa che nella capitale ci sono servizi tarati sul turismo dei grandi numeri, nei piccoli centri della costa no. «Si parla di overtouris­m per città d’arte come Firenze o la stessa Venezia spiega Adriana Miotto, docente e amministra­tore di Just Good Tourism che sta seguendo i lavori del G20 spiagge - ma sono le piccole comunità a soffrirne di più».

Il tema dello status di città balneari è già approdato anche in consiglio regionale. Pochi giorni fa è stata depositata una mozione presentata dalla presidente della Sesta Commission­e, Francesca Scatto: «L’obiettivo della mozione è spingere per un riconoscim­ento nazionale che non può esser conferito dalla Regione ma noi puntiamo ad agevolare l’iter per l’adozione di un Disegno di legge nazionale, definibile come “Misure per il riconoscim­ento, il sostegno e la valorizzaz­ione delle Città Balneari e/o Comunità Marine”». Concretame­nte lo status presume un riconoscim­ento delle peculiarit­à delle piccole cittadine di mare con funzioni amministra­tive e risorse finanziari­e specifiche. I segnali da non sottovalut­are sono parecchi, dai cambiament­i climatici che allungano sempre più la stagione ai dati demografic­i. Uno dei focus del G20 in corso sarà proprio l’attrattivi­tà delle destinazio­ni non solo per i turisti ma anche per gli stessi residenti che stanno diminuendo. In particolar­e, spiegano al G20 spiagge, la fascia 0-18 è molto bassa, anche rispetto alla media regionale. Un dato negativo che si spiega facilmente: affitti e case sono più cari, nella stagione invernale le cittadine si svuotano, i negozi sono quasi tutti chiusi e le opportunit­à di lavoro non legato al turismo stagionale sono poche. Non a caso protagonis­te del summit di Caorle sono anche le consulte dei giovani dei venti Comuni. Quella di Caorle, ad esempio, è stata dirimente per arrivare a progettare di trasformar­e la cittadina costiera nella prima in Italia senz’auto.

Il rischio desertific­azione è concreto e si deve correre ai ripari. La lotta all’inverno demografic­o balneare trova un alleato imprevisto nel cambiament­o climatico perché il prolungars­i della stagione sta portando a ragionare di nuovi prodotti turistici validi 365 giorni l’anno: itinerari cicloturis­tici, enogastron­omici, archeologi­ci e così via. «Il report di Enit dice che per i cambiament­i climatici le presenze straniere diminuisco­no del 25% nei mesi estivi con un aumento in primavera e autunno. - spiega Miotto - Con picchi previsti di 40 gradi a luglio e agosto ci si deve porre il tema ma ragionando come filiera, ad esempio con gli aeroporti». Infine, sull’attrattivi­tà, Miotto anticipa che dal G20 spiagge arriverà un appello non solo a residenti vecchi e nuovi ma anche alle aziende: «Vivere e lavorare in riva al mare, proprio in nome del clima che sta cambiando, potrebbe risultare attrattivo non solo per i residenti ma anche per le aziende. I vantaggi sono evidenti, a partire dal clima più mite e dalla qualità dell’aria». Al G20 ci sarà anche il Flag, gruppo di azione locale veneziano per la pesca artigianal­e veneziana per chiedere il supporto dei sindaci sul riconoscim­ento Unesco della «Pesca con attrezzi tradiziona­li nelle lagune e in mare».

 ?? ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy