Corriere di Verona

«Prime manovre essenziali» Nuove strutture ospedalier­e corso del Suem per i cittadini ma pochi Oss e infermieri

Da gennaio fatte 286 manovre in attesa dell’ambulanza Il sindacato: «Mancano 300 profession­isti all’appello»

- Francesco Sergio Annamaria Schiano

Non pensare ma agire. E’ il mantra dietro al manuale di soccorso realizzato dal Suem 118 per gli interventi d’emergenza che necessitan­o di gestire telefonica­mente chi si trova a dover svolgere - quasi sempre per la prima volta e in uno stato di choc e agitazione - manovre salvavita fondamenta­li. Si tratta di una serie di istruzioni e domande selezionat­e in cinque anni di attività sul campo (dal 2019 a oggi) volte a ridurre al massimo i tempi vuoti tra la chiamata alla centrale operativa e l’arrivo del personale medico infermieri­stico, che potrebbero risultare fatali per chi viene soccorso, e a fare in modo che gli astanti si attivino nel miglior modo possibile nei primi, essenziali 3 minuti. «I campi in cui vengono adottate sono: l’arresto cardiaco, l’ostruzione delle via aeree, la gestione del parto e i sanguiname­nti profusi – spiega il direttore Adriano Valerio – Sono importanti perché seguirli significa salvare la vita. Il 118 è molto veloce ad arrivare (a Verona la media è di 16 minuti, rispetto al limite normativo di 18 minuti, ndr), ma nel caso, ad esempio, dell’arresto cardiaco, sono i primi minuti che possono cambiare la vita. Riuscire, dunque, ad agganciare anche in una situazione emozionale molto difficile chi è presente e cominciare subito le manovre rianimator­ie sicurament­e cambia la vita. Questo è ciò che gli infermieri di centrale operativa sono abituati e formati a fare».

A Verona sono oltre il 60% i pazienti con cui il Suem 118 riesce a mettersi in contatto. Nei primi tre mesi dell’anno, da gennaio a marzo, sono state fatte eseguire ad astanti ben 286 manovre di soccorso (1008 nel 2023), 283 su infartuati, 9 su donne partorient­i e 4 per soffocamen­ti, numeri tutti in crescita. Fondamenta­li sono anche i defibrilla­tori. Al momento, tra città e provincia, ne sono registrati 561. Inoltre, a supporto del manuale d’intervento, dal 24 giugno gli operatori del 118 avranno a disposizio­ne un software per l’attivazion­e di video chiamate, così da rendere ancora più efficace l’attività di rassicuraz­ione e la procedura di salvataggi­o.

Secondo il Suem, cresce tra i non profession­isti chi afferma di aver preso parte a corsi di primo soccorso ma vi è anche «una crescita della sensibilit­à da parte della popolazion­e che sempre più si rende disponibil­e a farsi guidare, nonostante la situazione difficile. Sempre più – conclude Valerio - si sta capendo l’importanza di attivarsi in prima persona per soccorrere chi si è sentito male nelle vicinanze».

«Bene gli investimen­ti del Pnrr sanitario per le strutture a Verona, ma rimane ancora aperta, e urgente, la questione del personale sanitario»: è l’analisi della Fp Cgil veronese per il piano economico-programmat­ico dell’Usl 9 Scaligera. «Manifestia­mo il nostro apprezzame­nto per gli impegni assunti nella creazione del nuovo ospedale di Legnago, su cui, però, attendiamo garanzie sulla completa copertura finanziari­a, e nell’applicazio­ne del Pnrr sanitario alla rete dell’assistenza territoria­le – spiegano i dirigenti sindacali Simone Mazza e Antonio De Pasquale - L’apertura tra maggio e giugno di tutti i cantieri riguardant­i le Case e gli Ospedali di Comunità del veronese, getta le basi per il necessario potenziame­nto del sistema socio sanitario, da noi richiesto da tempo, a partire dal livello territoria­le dove maggiori sono le carenze e quindi i bisogni assistenzi­ali. Tuttavia alle importanti somme investite in infrastrut­ture non corrispond­e ancora un altrettant­o importante investimen­to in risorse umane».

Il sindacato, dunque, sottolinea la mancanza di garanzie sul fatto che le 19 Case di Comunità, le 8 Centrali operative territoria­li e i 7 Ospedali di Comunità

in programma saranno dotate di personale pubblico. Pongono la tematica del «serio rischio che subentri una massiccia privatizza­zione dei servizi sanitari». Sottolinea­no in rosso anche il bilancio del corpo infermieri­stico: «La graduatori­a esistente per l’Usl 9 vede 133 infermieri disponibil­i, ma ne serviranno circa 250 solo per le Case e gli Ospedali della Comunità e i Cot, le Centrali operative territoria­li, a cui aggiungere personale amministra­tivo e decine di Oss (operatori socio sanitari), per un totale di 360-430 unità di personale sanitario. A parte si gioca, poi, la partita dell’infermiere di famiglia, che richiederà nel veronese il reperiment­o di circa ulteriori 300 profession­isti (uno ogni 3 mila abitanti)». Si basa su questi numeri la richiesta di Fp Cgil di un congruo numero di nuove assunzioni e la proroga della graduatori­a regionale degli Oss, nella quale sono in lista più di 600 operatori in scadenza nei prossimi mesi.

Nel frattempo l’Usl 9 Scaligera, in questi giorni, si è vista aggiudicar­e un ulteriore fondo Pnrr: 1 milione destinato allo studio delle alterazion­i della flora batterica in relazione ai tumori del colon-retto. Il finanziame­nto è stato assegnato al progetto del Dipartimen­to di Oncologia clinica dell’Azienda scaligera, nell’ambito delle malattie croniche non trasmissib­ili ad alto impatto sui sistemi sanitari.

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Gli investimen­ti del Pnnr hanno permesso di aprire nuove strutture nella Usl 9 ma mancano all’appello infermieri e Oss
Operatori Gli investimen­ti del Pnnr hanno permesso di aprire nuove strutture nella Usl 9 ma mancano all’appello infermieri e Oss
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Il tempo che trascorre tra la chiamata e l’arrivo del Suem, gioca un ruolo fondamenta­le nella sopravvive­nza
La chiamata Il tempo che trascorre tra la chiamata e l’arrivo del Suem, gioca un ruolo fondamenta­le nella sopravvive­nza

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