Spintoni davanti alla sinagoga, poi l’affondo «politico» di Tobagi
Il 25 Aprile a Verona: la scrittrice, nel suo intervento, attacca la premier Meloni
Momenti di tensione alla manifestazione ieri a Verona in occasione della Festa della Liberazione dell’Italia dal nazifascismo e che ha visto Benedetta Tobagi come oratrice ufficiale. Durante il corteo cittadino partito da piazza Bra i toni si sono animati davanti alla sinagoga, dove è stata deposta una delle tre corone d’alloro in ricordo del sacrificio della partigiana ebrea medaglia d’oro Rita Rosani e dei deportati nei campi di stermino. Oltre alle bandiere italiane, della Brigata Ebraica, dell’Anpi e delle unioni sindacali, alcuni cittadini e studenti hanno fatto sventolare anche quella della Palestina. Un gesto che suscitato l’indignazione del rabbino e di alcuni membri della comunità ebraica, che lo hanno definito «inaccettabile» se non addirittura «una vergogna» davanti al luogo sacro degli ebrei. Alcuni membri della comunità ebraica hanno quindi iniziato a spingere indietro una parte del corteo, invitando i manifestanti con le bandiere palestinesi ad andarsene. Sono volate parole forti, e per qualche istante la tensione è stata palpabile. Ma l’intervento immediato delle forze dell’ordine, dell’assessore alla memoria storica Jacopo Buffolo e e del presidente dell’Anpi Andrea Castagna hanno riportato la calma e le celebrazioni sono proseguite senza ulteriori intoppi.
Come ormai vuole la tradizione, la commemorazione della Festa della Liberazione si è aperta in piazza Bra con l’alzabandiera del tricolore e la deposizione della corona d’alloro ai piedi del monumento ai Caduti di tutte le guerre. È poi partito il corteo cittadino nelle vie del centro storico per deporre un’altra corona d’alloro davanti al monumento al Partigiano e una alla sinagoga. Si è poi tornati in piazza Bra per lasciare la parola al sindaco Damiano Tommasi, al prefetto Demetrio Martino («Commemorare la liberazione qui a Verona ha poi un significato ulteriore per il grave prezzo di sangue che la Città ha dovuto pagare per essersi opposta alla dittatura e alla sopraffazione di regime», ha sottolineato) e agli altri rappresentanti istituzionali. Ospite d’onore nonché oratrice ufficiale del 25 aprile veronese è stata ieri Benedetta Tobagi, figlia minore di Walter Tobagi, giornalista del Corriere della Sera assassinato nel 1980 da terroristi di estrema sinistra. Premio Campiello 2023 per il libro «La Resistenza delle donne», Benedetta Tobagi ha ricordato come la lotta partigiana veronese sia stata particolarmente dura ed eroica, siccome la città era stata un centro di vitale importanza per la Repubblica di Salò con il suo Manifesto di Verona. Ha in particolare sottolineato le azioni delle donne veronesi che hanno portato l’Italia ad abbracciare la Resistenza e a diventare un Paese democratico, invitando alla memoria storica anche l’attuale presidente del Consiglio Giorgia Meloni. «A Verona si costituì una cellula dei Gruppi di Difesa della Donna – racconta Tobagi -. Alcune donne furono portaordini, staffette, altre entrarono nelle bande o svolsero funzioni di intelligence. Chi faceva parte della Resistenza veronese dovette subire torture indicibili, come nel caso di Concetta Fiorio che fu arrestata dai fascisti mentre era incinta del primo figlio. In seguito ai maltrattamenti subiti suo figlio è nato celebroleso. Io allora mi chiedo se la conosce una storia come questa la presidente del consiglio che si dice donna, madre e cristiana ma non vuole dirsi antifascista».
Tra le donne della Resistenza veronese è stata ricordata anche la storia di Elisa Tomei che nell’albergo del padre sul Lago di Garda, diventato base dei nazisti, ha lavorato come spia per i partigiani, e quella di Odilla Rossi, che ha perso un occhio ed è stata deportata nel lager di Bolzano. «La Resistenza ha garantito il diritto di esprimersi in un’Italia libera e democratica – ribadisce Tobagi -, anche a chi oggi la rifiuta come valore e fondamento della Repubblica».