Bibliotecarie di nuovo sotto ricatto, «Taglio dello stipendio o licenziate»
Trattative naufragate alla vigilia dn el dPrimo Maggio: presidio e petizione
«Molto prima delle sue collezioni, una biblioteca è fatta del suo personale». In barba a tale sacrosanto principio, però, sta accadendo che nel comune veronese di San Martino Buon Albergo le quattro dipendenti (tutte con esperienza decennale) della biblioteca don Milani si trovino «sotto un vero e proprio ricatto, dovendo scegliere — protestano le dirette interessate (nella foto, ndr) appoggiate da Filcams Cgil — tra una drastica riduzione dello stipendio tra il 20 e il 30 per cento oppure, in caso contrario, la perdita del lavoro ovvero lo spettro del licenziamento». L’incubo delle quattro lavoratrici veronesi era iniziato nelle scorse settimane, con l’aggiudicazione della gestione (a partire dal primo maggio 2024) alla cooperativa Macchine Celibi di Bologna, già finita al centro di polemiche a Verona per il cad’agitazione so dei Musei civici come documentato da Report su Rai Tre. «Stipendio tagliato del 30% o bibliotecarie a casa»: un mese fa, quando esplosero le polemiche, la coop replicò che la decurtazione degli stipendi sarebbe stata «determinata a monte, dalla previsione fatta dalla stazione appaltante (il Comune di San Martino Buon Albergo, ndr) e dalle relative risorse assegnate, e gli inquadramenti proposti ai lavoratori sono coerenti e gli unici compatibili con il costo della manodopera stimato dall’ente». Si erano poi aperti degli spiragli ma ora, alla vigilia del subentro della nuova coop, la trattativa è naufragata e scatta lo stato come tuona Filcams Cgil, annunciando per lunedì 29 aprile dalle 15 alle 19 (in concomitanza con il consiglio comunale) un presidio davanti al municipio di San Martino Buon Albergo «per informare la cittadinanza, che invitiamo a partecipare e che in queste ore si sta mobilitando (sono state già raccolte centinaia di firme a supporto delle lavoratrici), ma soprattutto per fare in modo che il sindaco e tutta l’amministrazione trovi le risorse per mantenere invariata la retribuzione delle dipendenti bibliotecarie». Il primo cittadino Giulio Furlani «aveva dichiarato che avrebbero trovato le risorse per integrare al 100% la parte mancante delle retribuzioni, al momento però — attacca il sindacato — sono rimaste solo parole che non hanno cambiato lo stato dell’arte». Aggiunge Nicola Spadavecchia: «All’irrigidimento della coop, che ha confermato di non essere disposta a riconoscere tutti gli scatti di anzianità dovuti alle dipendenti, è seguito il passo indietro dell’amministrazione comunale, che per bocca della dirigente presente all’ultimo incontro ha difeso la presunta coerenza delle procedura d’appalto». Per Filcams Cgil Verona, «è ora di dire basta e che le pubbliche amministrazioni, nei capitolati d’appalto, mettano come vincolo oltre all’applicazione della clausola sociale, che il costo del lavoro non venga toccato in nessuna sua parte compreso tutto quello che i dipendenti hanno maturato in tutti gli anni di lavoro come per esempio nel nostro caso, gli scatti di anzianità».