Corriere Fiorentino

L’addio di Pane e Vino. Arriva lo chef Cipriani

Ha chiuso il ristorante del Cestello, primo wine bar d’Italia. Nuovo corso da settembre

- Aldo Fiordelli

Quando nella Firenze dei primi anni ‘80 si beveva ancora il Chianti «governato» alla Toscana, due fratelli aprirono quello che da più fonti è stato riconosciu­to come il primo wine bar d’Italia e che la scorsa settimana ha ceduto la licenza. Pane e Vino, l’enoteca ristorante di piazza del Cestello ha chiuso giovedì. Al suo posto aprirà il ristorante Essenziale come ha scritto il gastronomo Leonardo Romanelli sul suo blog. Negli ultimi anni i fratelli Ubaldo e Gilberto Pierazzuol­i con la moglie di quest’ultimo Barbara Zattoni che stava in cucina, si erano trovati ad affrontare problemi di salute tali da minare la proverbial­e ospitalità del ristorante. Ma Pane e Vino è stato un locale mitico che ha attraversa­to tre decenni e tre quartieri: via Poggio Bracciolin­i dal 1980, poi via San Niccolò, infine al Cestello. «Un’enoteca ricercata a Firenze» titolò l’Europeo. «In un certo senso possiamo dire di essere stati il primo wine bar d’Italia — racconta Gilberto Pierazzuol­i — perché ci si dedicava soprattutt­o a proporre i vini servendo i piatti freddi delle osterie dove si giocava a carte: i crostini di fegatini, le uova sode... Ma fu una coincidenz­a perché comprammo la licenza proprio da una di queste osterie e potevamo offrire solo ricette da buffet freddo». A confermare la ricostruzi­one Beppe Lo Russo, giornalist­a e scrittore, autore del celebre «l’Antigastro­nomo»: «Gilberto e Ubaldo sono stati degli iniziatori, hanno creato un wine bar quando ancora non esistevano, con vini ricercati e prodotti particolar­i. A quei tempi a Firenze non arrivava nemmeno la Fontina, gliela portavo io che lavoravo per la Rai di Aosta». Al loro posto a metà settembre aprirà il nuovo ristorante di Simone Cipriani che nelle intenzioni ha tutta l’ambizione di continuare nel filone degli innovatori. Livornese cresciuto a Firenze, il 31enne chef toscano cucina dall’età di 16 anni quando, per andare a vivere da solo lavorava in pasticceri­a da Bonci a Montevarch­i di pomeriggio e la sera al Grand Hotel di Firenze. Tra i suoi maestri indica Gaetano Trovato di Arnolfo che lo ha formato tecnicamen­te. Dal 2011 allo scorso 2 gennaio era lo chef del Santo Graal facendosi notare per una cucina innovativa talvolta buona e divertente come nella «sbrisolona e sbrisolona» (il salume toscano e la torta mantovana) o nella tartare da tagliare come un quadro di Fontana, senza compromess­i al punto di perdere il senso del mangiare. «In un mondo dove tutti vogliono strafare e dove io stesso volevo strafare — ci dice Cipriani — vorrei riscoprire l’essenziale: stare bene a tavola senza dogmi. Voglio fare un passo indietro per farne due in avanti». A tracciare una continuità tra i due locali saranno i vini — la carta dovrebbe chiamarsi «dalla cantina storica di Pane e Vino» — ma anche l’eredità culturale di chi vuole affrancars­i dagli sfamifici per turisti.

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Il ristorante Pane e Vino in piazza del Cestello ha chiuso la scorsa settimana
 ??  ?? Lo chef Simone Cipriani a settembre aprirà il ristorante Essenziale
Lo chef Simone Cipriani a settembre aprirà il ristorante Essenziale

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