Salvadori: «Ora tutti uniti» Via Valfonda pensa a ripartire dopo la scossa della Mansi
La scossa della vicepresidente nazionale su via Valfonda Il traghettatore Salvadori: ripartire si può, ma tutti insieme
A via Valfonda e in tutta Confindustria toscana la «cura Mansi» sembra aver già fatto effetto. Le parole della vicepresidente nazionale («C’è bisogno di una rifondazione», e il blocco dell’elezione della nuova presidenza regionale, decisa da Roma ed annunciata ieri sul Corriere Fiorentino da Antonella Mansi) non trovano una critica né palese né sottotraccia tra gli industriali. E, allo stesso tempo, lo scossone seguito alle dimissioni di Massimo Messeri (e all’uscita di Ge dalla Confindustria fiorentina) pare abbia innescato un effetto diverso, un segnale di superamento dal caos delle prime ore. Perlomeno, è quello che traspare dalle parole di Luigi Salvadori, diventato presidente pro-tempore (ma, da come viene descritto il suo compito nelle parole di Mansi, quasi «commissario» fino all’elezione dei nuovi vertici di via Valfonda).
È lui infatti a dire che «si avvia una fase in cui tutti gli industriali fiorentini dovranno contribuire ed essere coinvolti nell’associazione. E io percepisco questa “necessità” da parte dei soci», afferma. Quello che non dice, ma che trapela da «radio Valfonda», è che in questi giorni a fronte di molti «no comment» ufficiali, ci siano state invece decine di telefonate, molte anche di semplici associati da sempre iscritti all’associazione, per capire come ripartire.
Ma la ripartenza è difficile: le dimissioni di Messeri e l’uscita di Ge da Firenze hanno lasciato il segno. Mansi ha descritto questo come il risultato di «difficoltà e criticità stratificate nel tempo, frutto del mancato dialogo tra i soci nel corso degli anni». Ma ha chiamato in causa indirettamente anche Messeri, per quello «scollamento tra la classe dirigente e la base associativa» che il presidente dimissionario non è riuscito a superare.
«Concordo con molte delle osservazioni della nostra vice nazionale», aggiunge Salvadori, secondo cui lo scontro interno è nato anche dalla «visione abbastanza particolare da parte di una grande azienda che si deve confrontare con la mentalità delle piccole e medie», un chiaro riferimento a Messeri. Ma la partita di Firenze è anche fondamentale per quella della nuova presidenza regionale, una elezione rinviata da Roma fino a che quella fiorentina non sarà risolta. Lo stallo di Firenze avrà un peso sulla fusione con Toscana sud e Livorno-Massa Carrara? «È 0vvio — commenta Salvadori — che il percorso per la nuova presidenza fiorentina non sarà breve: deve essere una scelta molto convinta e ponderata». Insomma, se ne riparla a gennaio. E la fusione? «Il processo, con l’obiettivo di arrivare alla fusione regionale, non deve far dimenticare che ci sono specificità territoriali. Ma è ovvio che ci sono temi su cui dovremo lavorare solo a livello regionale. Penso alla nautica, o alla sanità». Salvadori ipotizza, appena cambiato il vertice fiorentino, una «road map» molto concreta per la nuova organizzazione toscana.
Un approccio «laico» che viene confermata anche dai presidenti di Toscana sud e Livorno-Massa Carrara. «Abbiamo già firmato due protocolli di intesa per la fusione, con Pisa e Firenze, in passato. Noi intanto ci siamo fusi con Massa. Queste scelte si fanno solo se sono condivise da tutti: noi siamo pronti» conferma Alberto Ricci di Livorno. E la conferma, fino alla nuova elezione regionale, di Pierfrancesco Pacini, annunciata da Mansi «è positiva. Pacini saprà condurre questo processo, come presidente con pieni poteri». La fusione con Firenze? «Questi processi di aggregazione — spiega Ricci — sono su base volontaria: ma non abbiamo timori che Firenze faccia passi indietro. Il richiamo agli accordi precedenti è per ribadire che anche quello firmato recentemente è un protocollo: non è un impegno coercitivo, aspettiamo il nuovo presidente fiorentino per capire le sue intenzioni. È una questione di rispetto per Firenze e per il nuovo presidente. Noi siamo convinti sostenitori della fusione».
Da Toscana Sud, è il presidente Andrea Fabianelli ad affermare che «non ci sono problemi per la fusione: abbiamo tutto il 2017 a disposizione e la vicenda Firenze non porterà difficolta». E anche lui ribadisce che «l’obiettivo finale è quello di una sola Confindustria regionale». E i richiami e la «rifondazione» chiesta da Mansi per Firenze? «Condivido lo spirito e le idee di quanto ha detto Antonella a livello regionale». Ma Fabianelli non interviene su Firenze: «È una situazione che guardiamo con rispetto». La fusione ancora non c’è stata, Firenze deve risollevarsi da sola, le altre associazioni rispettano l’autonomia del capoluogo.
Toscana Sud e Livorno Bene il rinvio della presidenza regionale. Ma l’obiettivo finale resta la fusione