Via Senese e non solo, peso politico cercasi
Caro direttore, vorrei aggiungere qualche annotazione al servizio di Jacopo Aiazzi sui problemi di via Senese e del San Gaggio, pubblicato sul Corriere Fiorentino di giovedì scorso. La questione del traffico e della deviazione delle linee Ataf è una emergenza che aggrava un problema antico: la marginalizzazione del nostro quartiere nelle scelte di Palazzo Vecchio. I motivi non sono scolpiti sulla roccia, ma si intuiscono. Il quartiere di Porta Romana, a cavallo delle mura ma identificato da sempre con la parte che dalle mura guarda verso l’antico «Contado» suburbano, un po’ è Oltrarno è un po’ no. Da una parte gode di grandi vantaggi: vicinanza al centro (piazza Duomo è distante appena 20 minuti, a piedi), tanto verde, buona qualità degli insediamenti edilizi e del tessuto commerciale, nessuna tensione sociale; dall’altra però non ha mai avuto grande peso politico, strettamente connesso a quello elettorale (la parrocchia di Sant’Ilario a Colombaia, che ne occupa gran parte del territorio, fino a qualche anno fa tratteneva a stento 3.500 anime, con una perdita secca rispetto agli anni Sessanta). Così nessuno si è mai preoccupato troppo di quell’autentico inferno che è diventato il piazzale di Porta Romana, che un tempo (irrecuperabile, certo) era il tranquillo punto di partenza per le passeggiate verso Bellosguardo, il Poggio Imperiale, il viale dei Colli, il Bobolino. E sempre lì si svolgeva la Fiera degli Uccelli (bandita per le prime battaglie ambientaliste) o la celebre Fiera quaresimale dei Contratti (matrimoniali). Tracce di una identità dispersa: ma la nuova quale sarebbe? Quella di una rotatoria per il traffico impazzito? E poi che dire degli orribili cordoli che hanno trasformato l’altra metà del piazzale in uno sgangherato parcheggio? E che dire dell’incuria in cui versa il parco delle ex (bellissime) Scuderie Reali? E che dire dell’usura da circolazione che colpisce, come spiegato nel vostro articolo, via Senese e la salita del San Gaggio? Con un problema aggiuntivo: nella sua funzione di cerniera tra centro e periferia, il rione è stato sciaguratamente diviso tra Quartiere 1 e 3. Così pesa e conta ancora meno.
Il materiale per chi volesse occuparsi di questa fetta di Firenze non manca: trasporti, viabilità, parcheggi, fino alla valorizzazione di quel tour tra le colline (da Marignolle a Pian de’ Giullari) che affascinarono tanti scrittori italiani e stranieri e che ora sembrano solo una malinconica testimonianza di suggestioni dimenticate. Può bastare?