Corriere Fiorentino

CHE PD SARÀ IN TOSCANA

- di Franco Camarlingh­i

Fra gli etruschi e i romani toccava agli aruspici fare presagi (osservando le interiora degli animali), oggi sono i sondaggist­i a prevedere il futuro, con i risultati che conosciamo. Magari erano meglio i primi, ma siccome è un mestiere che non si può più fare, per quanto riguarda il prossimo referendum aspettiamo, tanto manca poco. Si può invece supporre cosa potrà avvenire, a seconda del risultato che uscirà dalle urne: per quanto riguarda il Pd, nel caso prevalga il Sì, di certo un rafforzame­nto della leadership di Renzi. Scenario diverso con la vittoria del No e la bruciante sconfitta dell’ex-sindaco di Firenze. Prima di tutto assisterem­mo ad un fatto clamoroso nella storia della sinistra italiana: una componente interna, benché di opposizion­e, avrebbe contribuit­o in maniera determinan­te ad una sconfitta epocale del proprio partito, dopo aver approvato in Parlamento la riforma a cui, ora, vota contro. A trarne vantaggio sarebbe solo il M5S di Beppe Grillo. Viene a proposito fare alcune consideraz­ioni su cosa potrebbe succedere nella rossa Toscana, da cui è partita la scalata al governo di Matteo Renzi. I seguaci di D’Alema, Bersani e compagnia, sono apparsi soverchiat­i, negli ultimi anni, dal rullo compressor­e dei renziani (anche se gli stessi sono andati incontro ad alcune brucianti sconfitte, come a Sesto Fiorentino). Questo non vuole dire che siano scomparsi e che non possano pensare ad una rivalsa, qualora la caduta di Renzi sia rovinosa. Che siano in atto movimenti lo dimostra l’adesione al No di Graziano Cioni, un po’ sorprenden­te viste le sue ultime riflession­i pubbliche. In ogni caso si aprirebbe una resa dei conti che non porterebbe altro che ad allargare il fiume in cui sguazza il M5S. Si creerebber­o condizioni di incertezza per ciò che attiene le stesse istituzion­i: basta pensare alle scadenze elettorali di Lucca e di Pistoia. In tale contesto si può valutare la posizione anomala di Enrico Rossi che, pur essendo portatore di una straripant­e nostalgia postcomuni­sta, si è ritagliato uno spazio singolare (aderendo al Sì), tale da consentirg­li due possibilit­à: se vincesse Renzi, di ottenere un ruolo di un qualche diverso rilievo; nel caso contrario, di aspirare ad una funzione mediatrice per tentare di mantenere in piedi il Pd toscano. Scenari realistici? Vedremo se D’Alema ha ragione quando dice che lo spostament­o di dirigenti nazionali e locali che caratteriz­zò l’avvento di Renzi era dovuto a convenienz­a e opportunis­mo e che, facilmente, può cambiare verso. In Europa la sinistra va dovunque a ramengo, che si sia trovata la strada per ottenere lo stesso anche in Italia?

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy