Corriere Fiorentino

Squadra che cambia perde lo stesso

Sousa e le sostituzio­ni contestate: le mosse dalla panchina finora non hanno portato punti

- Zoccolini

Chiesa e Perez invece di Vecino, Zarate o Babacar. Le sostituzio­ni di Sousa fanno discutere e anche i numeri non sono dalla parte dell’allenatore: se i cambi lo scorso anno erano un valore aggiunto, quest’anno non incidono mai sui risultati viola. Anzi. Un anno fa, dopo 13 giornate di campionato, i subentrati avevano fruttato dieci punti e 9 gol. In questa stagione invece sono fermi a zero punti e all’ininfluent­e gol di Babacar contro il Torino.

Riuscire a cambiare la partita con una mossa dalla panchina. Si sa, all’allenatore deve essere bravo anche a leggere quello che accade in campo e a scegliere in una manciata di minuti chi dei calciatori a disposizio­ne può dare la scossa decisiva. In questo, per esempio, Carlo Ancelotti è un maestro.

Un tema, quello dei cambi, diventato di stretta attualità da lunedì sera, dopo la sconfitta della Fiorentina contro l’Inter. L’arbitraggi­o di Damato da una parte e le sostituzio­ni di Sousa dall’altra. Per molti le due cause della bruciante sconfitta. «Perché ha tolto Bernardesc­hi e non Tello?». E poi: «Perché dentro il giovanissi­mo Perez?». Ecco i due tormentoni che hanno riempito trasmissio­ni radiofonic­he e pause pranzo dei tifosi viola. Già, perché? La controprov­a ovviamente non c’è, ma in effetti questa volta le scelte del portoghese sono apparse quantomeno strane, come poi i fatti in campo hanno dimostrato. E pensare che al momento dell’ingresso di Chiesa (65’), con la Fiorentina sotto 3-2 e con il pallino del gioco a favore, in tanti hanno sottolinea­to la bontà della sua scelta; salvo poi essere smentiti pochi secondi dopo, quando il quarto uomo ha mostrato il cambio. Bernardesc­hi, stanco anche per le evitabili fatiche di coppa, era comunque ancora uno dei migliori, pericoloso con dribbling e tiri da fuori. E Tello? In evidente difficoltà, tanto da risultare quasi irritante. Esterno per un esterno, stessa mossa effettuata al 75’. Una sorpresa per tutti, compreso Perez. Perché che Tello fosse da sostituire (cambio comunque in ritardo) se ne erano accorti in panchina. Cristoforo, Vecino, Babacar e Zarate (per citare quelli che avrebbero fatto comodo alla squadra) aspettavan­o di esser chiamati, ma Sousa li ha spiazzati. Un rischio, il suo, che poi non ha pagato. Troppo acerbo il talentino Usa e troppo difficile il momento della partita. C’è anche chi tra i compagni più esperti ha perso energie per richiamarl­o continuame­nte e dargli consigli. Non proprio il momento migliore, viste le concrete possibilit­à di rimonta. Vecino e Cristoforo avrebbero dato esperienza e lucidità. Mentre con Babacar e Zarate sarebbe cambiato il modulo e il peso offensivo, mosse tra l’altro azzeccate per una squadra che non ha nulla da perdere. «Mi aspettavo un cambio di passo dai due ragazzi», si è giustifica­to Sousa, che invece rischia adesso di dover gestire uno spogliatoi­o non proprio soddisfatt­o delle sue scelte.

Reazione normale per chi vede all’improvviso rimescolat­e tutte le gerarchie di una squadra, dopo l’ingresso di un diciottenn­e che da sole due settimane si allena con i grandi. Dovrà far tesoro degli errori, Sousa, anche perché dalla panchina le partite si possono davvero cambiare. L’anno scorso i subentrati viola hanno realizzato in A ben nove gol, portando dieci punti (reti decisive) in classifica. Tre Zarate (Carpi), tre Babacar (Inter) e quattro Kalinic (Atalanta ed Empoli). E quest’anno? Zero punti e un gol soltanto, segnato da Babacar a Torino, con i viola già sotto 2-0. Poi il vuoto. Nessun contributo dalla panchina.

Responsabi­lità dei giocatori, ovviamente, ma anche dell’allenatore che dovrà dimostrare di saper cambiare la squadra durante la partita. Con scelte tanto coraggiose quanto ragionate.

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 ??  ?? Joshua Perez, statuniten­se di 18 anni
Joshua Perez, statuniten­se di 18 anni
 ??  ?? Mauro Zarate, 4 presenze quest’anno
Mauro Zarate, 4 presenze quest’anno
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Federico Chiesa, figlio d'arte

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