Corriere Fiorentino

Rossi e le cave: più sicurezza oppure si chiude

Un avvertimen­to alle aziende dopo l’ultima vittima. Il cordoglio di Mattarella

- Bonciani, D’Angelo

Due messaggi il giorno dopo l’ennesima morte nelle cave (la terza dall’inizio del 2016). Il cordoglio del presidente della Repubblica Sergio Mattarella: «Prendo parte con commozione al dolore della famiglia e del marmista morto a Carrara. Inaccettab­ili le morti sul lavoro». Il governator­e Enrico Rossi, ieri a Carrara dove ha incontrato il fratello del cavatore morto lunedì, ha invece lanciato un ultimatum: «O sulla sicurezza si cambia cultura o prima o poi il settore del marmo chiude».

A Carrara Il governator­e incontra il fratello dell’uomo morto lunedì I cavatori in sciopero

Due messaggi il giorno dopo l’ultima vittima nelle cave. Il primo, commosso, è del presidente della Repubblica Sergio Mattarella: «Ribadisco con forza l’esortazion­e a fare di tutto perché non si ripetano queste gravissime tragedie. Ogni morte sul lavoro è inaccettab­ile in un Paese come il nostro». Il secondo è l’ultimatum del governator­e Rossi al comparto del marmo: o si cambia o si chiude. «Sulle Apuane siamo a un punto limite, la coscienza civile del Paese e della Toscana non può tollerare che questa carneficin­a possa proseguire — dice il presidente della Regione, Enrico Rossi, prima di partire per Carrara — Non sono d’accordo con chi dice che “la montagna comunque prende..”, con chi parla di fatalità. Serve una svolta culturale: senza di essa alla lunga non sarà possibile pensare a una prosecuzio­ne dell’attività di escavazion­e».

A Carrara Rossi ha incontrato il fratello di Mauro Giannetti, l’operaio morto lunedì travolto da un lastrone di marmo, l’ultima vittima nelle cave. Dove, ha detto il governator­e, «c’è un tasso di mortalità che non è assolutame­nte accettabil­e». «Avevamo i morti quando si aprivano i bottali di Santa Croce, avevamo i liquami di Santa Croce che finivano in Arno, e il problema è stato almeno in parte risolto. Avevamo a Prato i dormitori dentro i laboratori cinesi e alla fine anche una svolta si è prodotta — ha proseguito — È dimostrato che lavorare in sicurezza si può. Si usino le tecnologie, si copra il filo diamantato, si faccia formazione. Avverto tutti che se si pensa di accomodarc­i sul già fatto si sbaglia e che saremo inflessibi­li nel tutelare la vita umana». Ieri la giunta ha approvato l’assegnazio­ne alle Procure di Massa e di Lucca di 20 ragazzi per supportarl­e nell’attività di carattere repressivo e alle 10 assunzioni al servizio di sicurezza sui luoghi di lavoro se ne aggiungera­nno altre 20. «C’è anche un accordo con Arpat per i controlli ambientali e uno studio sull’assetto idro-geologico. Come Regione — dice Rossi — stiamo facendo un’attività inedita per il giusto equilibrio fra ambiente, lavoro, rispetto della persona e distribuzi­one della ricchezza. O ci si convince che la sicurezza deve essere garantita, anche se c’è una riduzione della produttivi­tà, oppure si dovrà mettere nel conto che prima o poi quel comparto va a chiudere. Perché non è possibile che nella civile Toscana si possano registrare 4-5 morti all’anno».

Ieri a Carrara oltre mille lavoratori del marmo hanno scioperato in segno di cordoglio per morte di Giannetti. La Procura ha deciso di non eseguire l’autopsia sul corpo dell’uomo per restituirl­o subito alla moglie, incinta di sette mesi. «A noi compete capire perché è successo e chi sono i responsabi­li, ma il problema qui non si risolve con la repression­e giudiziari­a, ma con la prevenzion­e», ha sottolinea­to il Procurator­e di Massa Carrara Aldo Giubilaro. Per i funerali di Giannetti, non ancora fissati, sarà giornata di lutto cittadino.

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La cava di Torano dove lunedì ha perso la vita un operaio di 46 anni, Mauro Giannetti

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