«Referendum, ora cambiamo anche il regolamento di Palazzo Vecchio»
Caro direttore, ho trovato interessante l’articolo di Ginevra Cerrina Feroni dal titolo «Più partecipazione, ma tante incognite», pubblicato sul Corriere Fiorentino di domenica 27 novembre. Nell’articolo si riflette su quanto propone la riforma costituzionale, oggetto di referendum domenica prossima, riguardo agli istituti di partecipazione popolare, in particolare sui referendum nazionali, introducendo i referendum propositivi e d’indirizzo, e modificando il referendum abrogativo, in relazione al quorum di validità. Ma se si parla di referendum nazionale perché non si guarda anche nel Comune di Firenze? Perché non si favorisce anche la partecipazione dei fiorentini alle scelte sulla città? Il Comune di Firenze riconosca i referendum quali essenziali momenti di esercizio della sovranità popolare e di espressione di partecipazione dei fiorentini alle scelte di governo della città come strumenti di integrazione della democrazia rappresentativa con la democrazia diretta nelle decisioni riguardanti la comunità fiorentina. Il Comune prevede soltanto il referendum consultivo e risale al febbraio 2008 l’ultimo referendum comunale, che non passò per il quorum perché votò il 39% dei fiorentini, che però si espresse a maggioranza contro le linee 2 e 3 della tramvia. Adesso, sulla scia del dibattito sul referendum costituzionale, è ora di un salto di qualità a Firenze e si deve dare la possibilità anche di referendum comunali propositivi e abrogativi delle deliberazioni del Consiglio o della Giunta. È necessario anche riformare la validità del referendum comunali, a partire dall’azzeramento del quorum piuttosto che con la partecipazione della maggioranza degli aventi diritto al voto, com’è previsto attualmente, cosa già adottata in altre città italiane ed estere per i propri referendum locali. Su queste basi, come consigliera comunale di Alternativa Libera, ho presentato una proposta di delibera di modifica degli articoli 93 e 94 dello Statuto comunale. La proposta sarà discussa dal Consiglio, a partire dalla commissione Affari Istituzionali di cui sono presidente quale consigliere di opposizione.