E Pantaleo alza un fortino (per proteggere la squadra)
Il dg sceglie la linea morbida e spera nella reazione. Ma il calendario è duro
Un coro, anzi due. Nel dopo partita di San Siro, Pantaleo Corvino e Paulo Sousa hanno ripetuto in modalità loop la loro versione: «L’arbitro Damato — ha detto il dg viola — ha avuto un black out che è durato una partita intera». «La prestazione della mia squadra? Da campioni», ha aggiunto l’allenatore, più intento a scappar via da alcune domande (perché la Fiorentina comincia spesso male le partite? Perché quelle sostituzioni?) che a entrare nel merito di quanto successo.
Dopo le esternazioni di Sousa e le polemiche dei giorni scorsi, la comunicazione viola è cambiata di colpo. Anche perché la classifica adesso piange e il rischio di rimanere senza obiettivi in campionato, si è fatto più concreto. Corvino allora ha pensato bene di alzare un fortino intorno alla squadra. Per placare lo spirito polemico di Sousa e nello stesso tempo per proteggere la squadra. Dalle critiche ma anche dalle sue debolezze. Il Corvo infatti vuole assolutamente che il gruppo continui a spingere sull’acceleratore, e lo stesso pretendono i Della Valle e il presidente esecutivo Cognigni. Che non a caso hanno approvato in pieno il piano di Pantaleo. Carota e non bastone dunque, anche perché la reazione della ripresa di San Siro è piaciuta anche a Ddv. Nel dopo partita così nessuno ha fatto valutazioni negative sull’incomprensibile approccio alla partita, né sulle prestazioni deludenti di qualche singolo come Gonzalo (ieri appiedato dal giudice sportivo per un turno e ancora in attesa di rinnovare il contratto): una scelta frutto di pazienza e tolleranza, ma anche della consapevolezza che per proteggere e sperare in una reazione forte da questo gruppo, le maniere forti non servono. Corvino così ha scelto di presentarsi davanti ai microfoni per due giorni di fila, senza far esporre i giocatori (a Milano la squadra è rimasta in silenzio) e in attesa che qualche buon risultato faccia ritornare il buon umore. «Questa non è una gran settimana per la Fiorentina — ha spiegato ieri il premier Matteo Renzi a Radio Kiss Kiss — comunque, quando ci sono problemi, l’ultima cosa che serve è che un politico ci metta bocca. Bernardeschi? Il suo futuro è con la maglia numero 10 della Fiorentina. È un grandissimo giocatore, ha grande spazio per crescere».
Anche il presidente del Consiglio dunque dà il suo contributo alla costruzione della cortina viola. Se poi questa cortina sarà di fuoco o di fumo, lo si saprà più avanti. Il calendario infatti dice che Sousa dopo il Palermo dovrà sfidare Lazio all’Olimpico, Genoa a Marassi e Napoli al Franchi (con in mezzo Qarabag e Sassuolo). Non esattamente il cammino ideale per pensare di festeggiare un filotto che porti al cenone di Natale in santa pace. Corvino il contadino («Io e Paulo siamo come due contadini che si alzano presto per andare nei campi», disse il giorno del suo ritorno) non ha intenzione di mollare. Da qui al mercato di gennaio, c’è da crederlo, Sousa limiterà al minimo le sue frecciate polemiche. Il suo posto non è (ancora) a rischio, ma anche per lui i bonus stanno ormai finendo.
Renzi Berna? Il suo futuro è con il numero 10 della Fiorentina, purtroppo non è una gran settimana per noi, ma quando ci sono dei problemi è meglio non metterci bocca