Corriere Fiorentino

Ritorno al Tenax, come negli anni ‘80

I Tuxedomoon ripropongo­no uno storico concerto, per i 35 anni del locale e i 40 di Controradi­o

- Edoardo Semmola

«Cosa ci mettete voi fiorentini nell’acquedotto? — si chiede ironico Blaine Reininger, violinista, tastierist­a, cantante e fondatore dei Tuxedomoon — metà acqua e metà ricordi della new wave?». Scherza, perché non lo sa nemmeno lui il motivo per cui «a Firenze il ricordo di quella stagione e del nostro concerto al Tenax del 1982 sia rimasto così importante, ben conficcato nella memoria, che ancora se ne parla».

Non solo se ne parla, ma si rifà. Stasera, ancora al Tenax (ore 22, 15 euro), 34 anni dopo, i Tuxedomoon di Reininger e Steven Brown tornano in scena per festeggiar­e un doppio compleanno: i 35 anni dello storico locale di via Pratese e i 40 di Controarad­io, che insieme organizzar­ono quel live rimasto memorabile. Nell’estate di 5 anni fa la band california­na che a cavallo tra i Settanta e gli Ottanta fu tra i massimi protagonis­ti del passaggio dal punk alla new wave attraverso l’uso dell’elettronic­a, degli strumenti a fiato e di messe in scena spettacola­ri, tornò in concerto a Firenze, all’Anfiteatro delle Cascine. Era l’estate dedicata al ricordo degli anni Ottanta fiorentini. Ora il ritorno alle origini è completo perché portano in scena lo stesso album della tournée di allora, Half Mute, il loro primo lavoro in studio da «adulti», quello della consacrazi­one.

Che iniziò proprio dal Tenax: «Ricordo una serata strabilian­te, piena di sensazioni, molto creativa — racconta Reininger — quel concerto, insieme alla data di Bologna, rappresent­a ancora oggi per noi una delle tappe fondamenta­li competenze transcultu­rali nel giornalism­o, la libertà come espression­e di diritti umani, e il ruolo delle singole parole per l’identifica­zione culturale». Il via al Vieusseux (dalle 9 alle 13) con le testimonia­nze di giornalist­i e scrittori toscani che hanno collaborat­o e scritto di Oriana Fallaci. Presenti Paolo Ermini, Riccardo Mazzoni, Umberto Cecchi e Gabriella Simoni, preceduti dai saluti di Alba Donati, Eugenio Giani, Maria Federica Giuliani e dall’intervento di Antonio Bandini, console generale d’Italia a New York dal 2003 al 2007. La sessione pomeridian­a si sposterà a Palazzo Bombicci Guicciardi­ni Strozzi in Corso Tintori 21 sede della Fua-Florence University of The Art che ospiterà anche la giornata conclusiva del 3 dicembre a cui parteciper­anno Fiamma Nirenstein e Edoardo Perazzi, nipote di Oriana Fallaci. capii bene cosa fosse, era anche appena nato: sembrava un Ufo, aveva quell’allestimen­to in stile Blade Runner, tutto coperto di ferro, molto eccentrico. Non ci vado da tanto tempo e provo nostalgia: non vedo l’ora di vedere come è cambiato».

Infatti fu un concerto passato alla storia anche perché tra i primissimi a rivoluzion­are il concetto di spettacolo musicale, dove la parte «sonora» non era più l’unica che contava, ma iniziavano a fare capolino i primi effetti speciali visuali, di cui i Tuxedo sono stati tra i massimi interpreti. Ma c’è un altro motivo: «Torniamo a suonare Half Mute, il nostro primo album registrato in multi piste, mentre prima lavoravamo solo su quattro piste, è stata la prima vera esperienza in studio, il simbolo di una fase molto creativa per noi come per tutti, speciale: è stata il climax della storia che da San Francisco ci stava portando in una dimensione europea, la fine di un’epoca e l’inizio di un’altra». A riguardarl­i oggi «quei brani acquistano un significat­o ancora più alto, parlano della nostra giovinezza, rappresent­ano il nostro sangue, in qualche modo sono invecchiat­i con noi, a differenza di altri che magari abbiamo suonato mille ma non sono cresciuti insieme a noi come Halfe Mute».

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