Corriere Fiorentino

I cavalli e l’arte col vino Rogai, ritorno a Siena

Dopo il Drappellon­e la mostra «Nell’anima»

- Aldo Tani

Con Siena è stato un colpo di fulmine. La realizzazi­one del drappellon­e per il Palio di agosto 2015 e un amore, ricambiato, con il territorio. Per Elisabetta Rogai questo rapporto non si è più interrotto e ora, che ritorna all’ombra della Torre del Mangia con la personale Nell’anima, il connubio è ancora più forte. «È una grande gioia ritornare qui. Dopo il Palio, ho ricevuto tante testimonia­nze di affetto e ne sono rimasta molto colpita». La mostra, aperta fino al 27 dicembre ai Magazzini del Sale, si articola su due livelli e 43 opere. Nella prima parte la pittrice ripercorre l’esperienza del «cencio» e le fasi del working in progress per arrivare al prodotto finale. L’arrivo del materiale, la seta e lo studio, la scelta dei colori e dei vini del territorio, la realizzazi­one, lo spolvero, la presentazi­one alla folla, il Giubilo dei contradaio­li. Nella seconda Rogai si sofferma sui ritratti, soprattutt­o di figure femminili, spesso accompagna­te da animali e immerse nella natura, e sui paesaggi. Tutti i soggetti rappresent­ati però hanno un comune denominato­re: la tecnica di pittura basata sul vino. Dal 2010 un marchio di fabbrica per l’artista fiorentina, che lo ha anche registrato. Insieme al vino, che arriva da varie aziende italiane, l’altro tratto distintivo è la sperimenta­zione. «Nel lavoro così nella vita — spiega — non mi piace rimanere ferma. Ho sempre voglia di esplorare nuovi orizzonti». Gli ultimi si chiamano marmo e denim. I lavori su jeans rappresent­ano una varietà nel panorama pittorico dell’artista. A differenza di quelli su tela e basati sul vino, contraddis­tinti dalla quasi totale assenza di colore, quelli su tessuto si caratteriz­zano per il blu acceso, che conferisce carica espressiva ai soggetti raffigurat­i.

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