Corriere Fiorentino

Fiorentina-Palermo 2-1

Viola in vantaggio con un rigore di Bernardesc­hi Poi, complice una serie di errori arbitrali, i rosanero pareggiano. La vittoria arriva nel recupero Della Valle: «Abbiamo meritato, nonostante le sviste»

- di Leonardo Bardazzi

L’urlo dei Blur mixato con quello di Babacar, rompe il digiuno e riporta Sousa più vicino all’Europa. Dopo 77 giorni di attesa, il Franchi torna viola e la contestata (con tanto di striscione polemico) «Celebratio­n song» scelta dai tifosi on-line («Song 2» dei Blur appunto) diventa il sottofondo per spazzar via le nubi intorno alla classifica viola e al disastroso arbitro Giacomelli.

La notte della Fiorentina è rock insomma, con lo stesso Sousa che vince la personale scommessa di una squadra rischiatut­to fin da subito e Baba che si gode un’altra partita da eroe dopo aver masticato panchina per settimane (non giocava titolare dal 26 ottobre).

«Ci abbiamo creduto fino alla fine e siamo stati premiati», dice il senegalese a fine partita. Il suo gol, il terzo in campionato, nove mesi dopo l’ultimo centro in casa in A, spazza via anche il tabù Franchi a ormai settantase­tte giorni dall’1-0 sulla Roma che illuse i viola di poter diventare protagonis­ti di un campionato di vertice. Lazio e Atalanta (ora a -5) comunque hanno perso, il Torino (sconfitto pure lui) è solo a -2, mentre l’Inter è di nuovo dietro. Motivi per pensare positivo non mancano, anche se la mezzora di buio pesto (mentale, ma anche tattico) dopo il gol del pareggio del Palermo, lascia ancora dubbi sulle fragilità e le insicurezz­e di Borja e C.

Tra gol, errori, ribaltoni e lieto fine, la vera nota stonata è l’arbitro Giacomelli. Che esattament­e come Damato lunedì scorso a San Siro, non ne azzecca letteralme­nte una. Prima grazia Tomovic su Quaison (sarebbe stata espulsione e rigore), poi annulla due gol buoni ai viola, di cui uno, quello di Baba, al limite dell’incomprens­ibile: «Ci hanno annullato due gol validi», aggiunge lo stesso Baba. Un disastro su tutta la linea quello di Giacomelli e i suoi assistenti, che poteva cambiare la storia della partita ma anche della stagione. Tornando alla partita, Sousa ha pensato a un match subito aggressivo per rompere gli argini rosanero. Baba con Kalinic dall’inizio, più Berna e Tello sulle fasce: «La nostra scelta era dominare, anche rischiando qualcosa», spiega il portoghese. Sudata fredda per il contatto Tomovic-Quaison (probabile rigore) in area comunque, la Fiorentina crea occasioni, ma Giacomelli prima e il portiere Posavec poi tengono l’esordiente Corini a galla. I viola però segnano con Bernardesc­hi su rigore e il Franchi spara i Blur a tutto volume: «Ma quale canzone da votare — risponde la Fiesole con uno striscione — il boato della gente è l’unica musica da ascoltare». Musica o no, alla Fiorentina non basta neppure il settimo centro stagionale del suo gioiello per mettere al sicuro la partita.

Anzi. Pronti via e nella ripresa Jajalo si inventa il gol della vita: punizione alla Zico e palla in porta. È l’1-1 che congela letteralme­nte la Fiorentina. Al netto degli indubbi torti arbitrali infatti, il pareggio palermitan­o rimette a nudo tutta la fragilità mentale della squadra di Sousa. Anziché costringer­e il modesto Palermo nella propria area di rigore, i viola non riescono più a incidere, innervosit­i dalla sfortuna e dalle ingiustizi­e, ma anche prigionier­i delle proprie paure. Paulo poi ci mette del suo, perché toglie Tello e mette Badelj, costringen­do Ilicic a inventarsi esterno destro del 3-5-2 e soprattutt­o togliendo quel briciolo di equilibrio tattico avuto fino a quel momento. Nel finale però entra pure il redivivo e applauditi­ssimo Zarate, il modulo diventa un improbabil­e 3-3-3-1 (Berna era uscito per un giramento di testa improvviso, ma lo stesso Sousa ha ammesso di voler togliere Baba) e l’assedio produce proprio l’assist dell’argentino per la zuccata di Baba da festeggiar­e in mezzo ai tifosi del Parterre di Tribuna. All’orizzonte adesso c’è un poker mica male: Sassuolo, Genoa, Lazio e Napoli. «Lo stadio? Ci siamo quasi. E a gennaio Antognoni tornerà con noi», dice il sorridente Adv all’uscita. Sì, dopo un epilogo così, anche un calendario difficile, fa un po’ meno paura.

Buona sorte La svolta grazie al leggero malore di Berna: stava per uscire il numero 30

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L’abbaccio tra Astori e Babacar dopo il gol della vittoria arrivato nei minuti di recupero
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