Corriere Fiorentino

Dedalus cresce, ma non in Italia «Però restiamo qui»

La fiorentina Dedalus è leader mondiale nell’informatic­a per i sistemi sanitari Moretti: «Cresciamo ovunque, anche in Cina. Ma l’Italia sbaglia investimen­ti»

- Di Silvia Ognibene

Èil leader europeo nell’informatic­a per la sanità, investe e cresce sui mercati internazio­nali dal Sudafrica all’America Latina e fino alla Cina, ma in Italia lavora rimettendo­ci soldi invece che guadagnand­o. Dedalus nel giugno scorso ha comprato oltre l’83 per cento della bolognese Noemalife (sulla quale ha poi promosso un’Opa salendo al cento per cento del capitale), punto di riferiment­o nell’informatic­a per la sanità da oltre 20 anni che ha portato in dote oltre duemila strutture sanitarie clienti distribuit­e in quattro continenti.

Quella di Noemalife è solo l’ultima di una serie di acquisizio­ni iniziata nel 2007 e che ha portato nell’orbita del gruppo fiorentino oltre 50 aziende italiane. Un mese dopo, a luglio, il fondo di investimen­ti francese Ardian ha rilevato il 60 per cento della società post incorporaz­ione, il cui 40 per cento è rimasto in mano al fondatore e Ceo Giorgio Moretti. Ardian ha rilevato la maggioranz­a dai fondi che avevano aiutato Dedalus nella sua prima fase di crescita: il 14 per cento da Hutton Collins e Three Hills Capital Partners, il 35,59 per cento da Mandarin Capital Partners e il 10,41 per cento da Health Holding Company controllat­a da Moretti. Hutton Collins e Three Hills Capital Partners nel 2013 avevano investito in Dedalus 50 milioni (rispettiva­mente 35 e 15) consentend­o alla società di crescere e consolidar­e la sua espansione all’estero, iniziata a partire dal 2009.

Oggi Dedalus è leader in Italia dove l’85 per cento dei laboratori di analisi impiega i suoi sistemi informatic­i ed ha una presenza robusta anche in Cina (dove gestisce cinquanta ospedali) e in Sudafrica (con sessanta ospedali).

La staffetta con Ardian ha dato il via ad una nuova fase che prevede il consolidam­ento della leadership europea nel settore del software clinico sanitario ed una ulteriore crescita sui mercati internazio­nali, con un primo focus sull’America Latina.

«Continuere­mo anche a scommetter­e sulla Cina, benché si tratti di un mercato molto difficile, soprattutt­o adesso che il nuovo governo vuole il 51 per cento delle aziende in mano a cittadini cinesi, e sul Medio Oriente dove le attività stanno andando molto bene — dice il Ceo di Dedalus, Giorgio Moretti — Le attività sul mercato italiano resteranno, anche se qui ci rimettiamo. L’acquisizio­ne di Noemalife è stata difensiva, cioè è servita per abbattere i costi e, grazie alle sinergie, provare a resistere sul mercato domestico: le alternativ­e sarebbero lavorare in perdita o dare al nostro Stato prodotti vecchi di trent’anni». La testa di Dedalus, quella che inventa sistemi per portare l’innovazion­e tecnologic­a nelle corsie d’ospedale e negli ambulatori dei medici — promettend­o di migliorare le prestazion­i e ridurre i costi — è qui, a Firenze, dove l’azienda non guadagna ma dà lavoro a 1.100 dipendenti sui 1.700 totali.

Perché funziona così?: «Perché l’Italia non investe correttame­nte denaro nell’Informatio­n e communicat­ion technology per rendere più efficiente il sistema sanitario», dice Moretti. Pochi soldi e mal gestiti. «L’Italia spende l’un per cento del Pil in tecnologia per la sanità, contro il 3 per cento della media europea: siamo gli ultimi, stabilment­e. Eppure se lo Stato investisse nelle tecnologie giuste potrebbe arrivare a risparmiar­e tra 5 e 10 miliardi l’anno».

Moretti cita l’esempio del cosiddetto «patient summary», una piattaform­a per l’interopera­bilità sanitaria che offre la condivisio­ne dei dati essenziali fra i medici generici e gli specialist­i: «L’abbiamo venduta negli Stati Uniti a 96 medici ospedalier­i e solo per le licenze abbiamo incassato 400 mila dollari. La Regione Umbria, tramite gara, ha pagato la stessa piattaform­a 50 mila euro. Per metterla a punto ci hanno lavorato 50 tecnici per vent’anni».

Mantenendo un atteggiame­nto difensivo e resiliente in Italia, Dedalus cresce fuori dai confini: ha vinto una gara da 15 miliardi di dollari in Arabia Saudita e sta disegnando il sistema informativ­o della sanità per conto del ministero dell’Interno. «Abbiamo vinto sugli americani — dice Moretti — perché il nostro progetto tecnico ha preso un punto in più, ovvero siamo più bravi, e costiamo un terzo».

Scelte La nostra testa è fiorentina e non ce ne andremo Anche se ci rimettiamo

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