Corriere Fiorentino

«Sulle trivelle il primo errore, la discesa è iniziata lì»

Il sondaggist­a: a ottobre 2015 lo spartiacqu­e, insieme con il caso Etruria per la Boschi

- Marzio Fatucchi

 Renzi è stato tra i presidenti del Consiglio con la più alta popolarità della storia d’Italia, ma ha sbagliato

Aprile 2016. Una delle tante telefonate con chi si occupa di sondaggi e simili. «Guarda che vince il No». Non era un’azzardo, quello di Samuele Mori — fiorentino, esperto di sondaggi, profession­ista del settore ormai da anni — ma «una semplice consideraz­ione sui dati che arrivavano, già allora, sull’esito del referendum».

Non era così, però, il trend iniziale.

«Matteo Renzi è stato tra i presidenti del Consiglio con la più alta popolarità e consenso nella storia d’Italia. Una “luna di miele” sfociata nel voto alle Europee del 2014».

Poi l’approvazio­ne della Riforma costituzio­nale in Parlamento. Ma dopo, ecco il nodo.

«Dai sondaggi, si registra uno spartiacqu­e: ottobre 2015. Scoppia il caso Banca Etruria. Da lì si vede la parabola discendent­e della popolarità di Renzi, dopo che gli italiani si erano creati molte aspettativ­e per i cambiament­i annunciati. Nel tempo si vede che pian piano l’azione di governo, nonostante le riforme e gli interventi presi, non viene più considerat­a così innovativa. Anche il ministro delle riforme Maria Elena Boschi aveva una fiducia altissima: quando scoppia il caso Banca Etruria, crolla la fiducia». Da lì comincia una discesa. «Un’erosione. E combacia con l’inizio della campagna elettorale per il referendum costituzio­nale».

Poi, a aprile, una vittoria per Renzi: il mancato quorum al referendum delle trivelle. Con Renzi che invita a non andare a votare, il «Ciaone» di Ernesto Carbone ai referendar­i, il discorso di Renzi a urne appena chiuse con attacchi pesantissi­mi ai suoi avversari.

«I dati dimostrano che quello è un altro spartiacqu­e. L’inizio a mio parere dell’errore, perché sono stati loro, i renziani, a politicizz­are il referendum in quel caso e poi prendere in giro gli avversari: solo che hai irriso 13 milioni di persone...» E cosa è successo? «Si è cristalliz­zata la situazione: i dati dimostrano che il risultato di domenica scorsa era già scritto il giorno dopo il referendum delle trivelle».

Ma tra i 13 milioni delle trivelle e i 19 milioni del No...

«Non si possono fare paragoni. I flussi ci sono stati. Ma è il clima che si è creato ad aver cristalliz­zato la situazione, ad aver riportato i cittadini verso i partiti di appartenen­za, ad aver trasformat­o un referendum sulla Costituzio­ne in un voto su Renzi. E in una situazione del genere, non c’è cosa più facile che dire No. Non c’è stato voto di opinione ma Sì o No a Renzi. Anche se alcuni anziani leader hanno più volte consigliat­o di non personaliz­zare la campagna, Renzi ha voluto metterci la faccia fino in fondo. Gli fa onore: ma è stata una campagna totalmente sbagliata. Da aprile scorso, non era possibile per Renzi vincere: il centrosini­stra in quanto tale non è mai stato maggioranz­a nel Paese».

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Samuele Mori sondaggist­a

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