Corriere Fiorentino

SE SPARISCE IL PUNGIBALL

- di David Allegranti

Il «nemico» è stato battuto, ha perso il referendum. Non di poco peraltro: 20 punti di differenza. Occorre cautela nel darlo per spacciato, come in giro si legge troppo semplicist­icamente (Beppe Grillo: «Addio Renzi»), ma se non altro il fronte del No ha raggiunto l’obbiettivo della spallata. E ora? Come faranno Brunetta e Grillo senza pungiball? Come farà la minoranza del Pd fiorentino, che ancora non ha digerito la sconfitta alle primarie per le amministra­tive del 2009, a stare senza il sacco da colpire? Il No ha vinto senza avere un leader. Non ce n’era bisogno, stavolta, perché l’unico collante — e tanto bastava, in un referendum — era l’antirenzis­mo. Brunetta e D’Alema. Speranza e quelli di CasaPound. L’Anpi e Forza Nuova. Salvini e quella gialla dei Teletubbie­s. La definizion­e di Renzi, «accozzagli­a», sarà stata infelice, specie per un presidente del Consiglio che si rivolge ai membri dell’opposizion­e, ma era vera. Il fronte del No era un insieme eterogeneo di persone. Ma chi è il capo dell’opposizion­e, oggi, attorno al quale legare un progetto? Non c’è. Visto che nella pars destruens siamo tutti bravi — fin da bambini spaccavamo le costruzion­i in Lego — qual è la pars costruens? Quel 60 per cento ottenuto al referendum è la somma di varie forze che però alle prossime elezioni politiche non staranno mai insieme. Lega, Cinque Stelle, Forza Italia, dovranno dividersi tutti la torta sfornata domenica scorsa. Si rafforzano, naturalmen­te, le singole leadership, compresa quella di Matteo «Le Pen» Salvini, anche se la sfida vera sarà fra i Cinque Stelle e il centrosini­stra. Ma il progetto, l’idea, il disegno politico, qual è? Vincere contro qualcuno è facile, e su un referendum è ancora più facile. Ma con il «TTR», Tutti Tranne Renzi, non si vincono le elezioni politiche, come dimostra la parabola di Berlusconi, che ha campato a lungo sull’odio nei suoi confronti. Qual è l’idea di Paese del centrodest­ra? Dalla Toscana, che per tanto tempo ha espresso una classe dirigente nazionale, non possono arrivare suggerimen­ti? Che dice Stefano Mugnai, che è persona attenta e politico accorto? Molto dipenderà naturalmen­te dalla legge elettorale, ma è comunque lecito chiedersi come sia possibile presentars­i alle elezioni senza uno straccio d’idea che non sia quella di dire che Renzi è un puzzone. Non è mera speculazio­ne attorno ai destini di questo o quel leader. Viene da chiedersel­o anzitutto per i destini dell’Italia. Non è con lo sfascismo, per quanto giornalist­icamente divertente, che si può governare un Paese.

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