SE SPARISCE IL PUNGIBALL
Il «nemico» è stato battuto, ha perso il referendum. Non di poco peraltro: 20 punti di differenza. Occorre cautela nel darlo per spacciato, come in giro si legge troppo semplicisticamente (Beppe Grillo: «Addio Renzi»), ma se non altro il fronte del No ha raggiunto l’obbiettivo della spallata. E ora? Come faranno Brunetta e Grillo senza pungiball? Come farà la minoranza del Pd fiorentino, che ancora non ha digerito la sconfitta alle primarie per le amministrative del 2009, a stare senza il sacco da colpire? Il No ha vinto senza avere un leader. Non ce n’era bisogno, stavolta, perché l’unico collante — e tanto bastava, in un referendum — era l’antirenzismo. Brunetta e D’Alema. Speranza e quelli di CasaPound. L’Anpi e Forza Nuova. Salvini e quella gialla dei Teletubbies. La definizione di Renzi, «accozzaglia», sarà stata infelice, specie per un presidente del Consiglio che si rivolge ai membri dell’opposizione, ma era vera. Il fronte del No era un insieme eterogeneo di persone. Ma chi è il capo dell’opposizione, oggi, attorno al quale legare un progetto? Non c’è. Visto che nella pars destruens siamo tutti bravi — fin da bambini spaccavamo le costruzioni in Lego — qual è la pars costruens? Quel 60 per cento ottenuto al referendum è la somma di varie forze che però alle prossime elezioni politiche non staranno mai insieme. Lega, Cinque Stelle, Forza Italia, dovranno dividersi tutti la torta sfornata domenica scorsa. Si rafforzano, naturalmente, le singole leadership, compresa quella di Matteo «Le Pen» Salvini, anche se la sfida vera sarà fra i Cinque Stelle e il centrosinistra. Ma il progetto, l’idea, il disegno politico, qual è? Vincere contro qualcuno è facile, e su un referendum è ancora più facile. Ma con il «TTR», Tutti Tranne Renzi, non si vincono le elezioni politiche, come dimostra la parabola di Berlusconi, che ha campato a lungo sull’odio nei suoi confronti. Qual è l’idea di Paese del centrodestra? Dalla Toscana, che per tanto tempo ha espresso una classe dirigente nazionale, non possono arrivare suggerimenti? Che dice Stefano Mugnai, che è persona attenta e politico accorto? Molto dipenderà naturalmente dalla legge elettorale, ma è comunque lecito chiedersi come sia possibile presentarsi alle elezioni senza uno straccio d’idea che non sia quella di dire che Renzi è un puzzone. Non è mera speculazione attorno ai destini di questo o quel leader. Viene da chiederselo anzitutto per i destini dell’Italia. Non è con lo sfascismo, per quanto giornalisticamente divertente, che si può governare un Paese.