Corriere Fiorentino

Movida, il caffè-libreria vince in tribunale

Borgo San Frediano: il gestore de «La Cité» assolto per i concerti dentro il locale

- Marotta

I concertini ad alto volume, gli schiamazzi dei clienti per strada con il bicchiere in mano avevano fatto scattare i sigilli per il caffè libreria la Cité, nel giugno 2013 per i decibel troppo alti. A oltre tre anni da quel sequestro che fece tanto clamore, ieri è arrivata la sentenza. Il tribunale ha assolto il proprietar­io del caffè-libreria in Oltrarno, accusato di disturbo alla quiete pubblica: il fatto non sussiste. In altre parole, non c’è reato.

I concertini ad alto volume, gli schiamazzi dei clienti per strada con il bicchiere in mano avevano fatto scattare i sigilli per il caffè libreria la Cité, nel giugno 2013 per i decibel troppo alti. A oltre tre anni da quel sequestro che fece tanto clamore, è arrivata la sentenza.

Il tribunale ha assolto il proprietar­io (difeso dall’avvocato Filippo Cei) del noto locale dell’Oltrarno fiorentino, accusato di disturbo alla quiete pubblica: il fatto non sussiste. In altre parole, non c’è reato. È la prima sentenza sugli effetti molesti della movida, mentre è solo alle prime battute il processo sui locali troppo rumorosi di via Dei Benci, nella zona Santa Croce.

A far partire l’inchiesta, una pioggia di esposti firmati dai residenti per la violazione delle regole sul rumore. Gli appostamen­ti della polizia municipale, coordinati dal pm Luigi Bocciolini, sono andati avanti per quasi un anno. Lo scenario ai loro occhi, tra la primavera 2012 e giugno 2013, appare sempre lo stesso: il ritmo dei concertini rock che si diffonde ad alto volume dal locale, i clienti che acquistano bevande e poi si riversano fuori dal locale con birre e bicchiere di vino in mano, chi invade la strada ostacoland­o il traffico di bus e auto, chi urla e ride. E i residenti di San Frediano, nonostante i tappi alle orecchie e i La libreria Cité in Borgo San Frediano doppi vetri, che non dormono.

Così scattano i sigilli nel giugno 2013. I decibel sono troppo elevati e il gestore della libreria non si adopera per impedire il disturbo della quiete pubblica, per la Procura che chiede il rinvio a giudizio per il patron del café.

Analoga sorte tocca nel frattempo ai locali di via dei Benci. Per i pub e birrerie di Santa Croce, prima il Riesame e poi la Cassazione però ordinato la rimozione dei sigilli. «Non c’è obbligo di vigilanza da parte dei gestori dei locali per i comportame­nti tenuti dagli clienti» secondo gli Ermellini. E chissà che anche il tribunale di Firenze non abbia seguito la traccia della Cassazione. In aula, l’avvocato Cei aveva puntato proprio su quella sentenza per chiedere l’assoluzion­e ma aveva anche ribadito: «Non si possono mettere sullo stesso piano la libreria la Cité che promuove la cultura attraverso iniziative musicali e presentazi­oni di libri e i pub e gli altri locali della movida fiorentina».

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