Corriere Fiorentino

La caccia ai ladri delle monache nel convento all’ora di cena

Le religiose di via Vittorio Emanuele scoprono due ladri e recuperano anche la refurtiva dei vicini

- di Antonio Passanese

I rumori, le urla, le monache che corrono in tutto il convento dando vita a caccia senza sosta con l’ottantenne suor Tiziana che prova addirittur­a a placcare uno dei ladri. Non è il sequel del film Sister Act ma è quanto accaduto lunedì sera nel monastero francescan­o di via Vittorio Emanuele II a Firenze.

«Eravamo in refettorio, pronte per la cena, quando abbiamo sentito dei passi provenire dal primo piano — racconta suor Mariangela, la madre superiora — All’appello non mancava nessuna di noi e quindi a quel punto è scattata una vera e propria caccia all’uomo». Le venti monache temerarie si sono divise in gruppi e, senza alcuna paura, hanno iniziato a controllar­e palmo a palmo sia il loro edificio che il grande giardino esterno. Alcune stanze erano completame­nte a soqquadro «ma fortunatam­ente non mancava nulla — aggiunge suor Margherita — Anche perché non abbiamo neanche un euro, quindi a quei lazzaroni è andata male. Hanno scelto il convento più povero della città».

Dopo qualche minuto le urla di suor Tiziana hanno richiamato l’attenzione di tutte le altre consorelle: «Mi sono trovata il ladro di fronte — rammenta l’arzilla e coraggiosa ottantenne per nulla scossa dall’accaduto — aveva il volto coperto da un passamonta­gna ed era accompagna­to da un altro uomo che però è riuscito a fuggire prima di lui. Mentre cercavo di bloccarlo e di chiudere la porta in attesa che arrivasser­o i carabinier­i, l’uomo mi ha dato uno spintone facendomi cadere a terra. Ma io sono una donna forte e quello strattone mi ha fatto solo un po’ solletico».

Precisando di non avere alcune intenzione di fare polemica, le suore francescan­e di via Vittorio Emanuele II lamentano però di aver chiamato per ben due volte le forze dell’ordine, «che sono arrivate solo perché abbiamo insistito. Probabilme­nte se avessero inviato velocement­e una macchina sarebbero anche riuscite ad arrestare i ladri». Prima di entrare nel convento i malviventi avrebbero «visitato» anche le ville confinanti (quelle di via Massaia): sono state ancora le monache detective a ricostruir­e la dinamica e a consegnare ai carabinier­i alcune buste ritrovate nel loro parco contenenti diversi oggetti di bigiotteri­a. Non solo: suor Mariangela, suor Tiziana e suor Margherita sono perfino riuscite a capire da dove fossero entrati i ladri e come poi sono fuggiti: «Hanno scavalcato il muro di recinzione e si sono diretti verso il nostro convento, ma quando li abbiamo scoperti sono scappati da un’uscita secondaria. Su via Vittorio Emanuele II c’era un altro uomo ad aspettarli e aveva una macchina sportiva di colore grigio. Dobbiamo ringraziar­e i nostri vicini che ci hanno messo sul chi va là dopo aver visto quelle persone aggirarsi attorno al monastero».

Di una cosa le monache francescan­e sono certe: non si tratta di ladruncoli occasional­i ma di veri profession­isti: «Lo abbiamo capito dal fatto che per entrare nel convento invece di infrangere il vetro di una delle finestre lo hanno tagliato così da non fare rumore; poi con una specie di piede di porco hanno sollevato la barra di ferro che bloccava la porta. Siamo riuscite anche a recuperare la borsa con tutti gli attrezzi da scasso che si erano portati dietro. Speriamo abbiano capito che con noi non si scherza...».

 Pericolo scampato A quei lazzaroni è andata male, non abbiamo nulla Certo se i carabinier­i fossero arrivati prima...

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 ??  ?? Suor Tiziana (al centro) insieme a due sorelle del convento in via Vittorio Emanuele Ii dove è avvenuto il tentativo di furto Sotto la porta finestra utilizzata dai ladri per entrare al primo piano
Suor Tiziana (al centro) insieme a due sorelle del convento in via Vittorio Emanuele Ii dove è avvenuto il tentativo di furto Sotto la porta finestra utilizzata dai ladri per entrare al primo piano
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