I ri-sgomberati di Villa Banti: seconda volta in 10 giorni
Prima via Nigra, poi l’occupazione in via Segni. Ma stavolta qualcuno si affida al Comune
Le camionette della polizia hanno lasciato viale Segni solo alle due del pomeriggio quando, dopo una mattina difficile, la situazione è tornata a normalizzarsi. A finire di gestire lo sgombero di villa Banti occupata abusivamente dieci giorni fa ci ha pensato la polizia municipale.
E per gli occupanti è stato il secondo sgombero in meno di dieci giorni visto che dopo essere stati costretti ad abbandonare un edificio in via Nigra il 25 novembre (107 persone, di cui 30 bambini, che avevano rifiutato in blocco la formula dell’accoglienza separata proposta dai servizi sociali) in molti avevano rioccupato il giorno stesso proprio villa Banti in viale Segni. Fino a ieri mattina quando numerose camionette della polizia, accompagnate dai vigili del fuoco, sono intervenute per sgomberare l’immobile, di proprietà del Ministero della Difesa, in cui si erano stabilite circa ottanta persone con una ventina di bambini.
L’operazione è filata via senza particolari tensioni ad eccezione di un iniziale lancio di oggetti verso i poliziotti. Nessuna grossa resistenza insomma. «È il secondo sgombero in dieci giorni; il problema abitativo non è un problema di sicurezza sociale o degrado — sostiene Lorenzo Bargellini del Movimento di Lotta per la Casa — e il Comune non ha abbastanza posti per l’emergenza freddo. Servono risposte diverse dagli sgomberi, perché i criteri per l’assegnazione dei posti è inadeguato». A differenza dello sgombero di via Nigra, questa volta alcune famiglie hanno deciso di accettare l’offerta dei servizi sociali. «La questura ha deciso di intervenire sull’immobile occupato — afferma l’assessore al welfare Sara Funaro —e i servizi sociali erano presenti ed evidenziato i nuclei più fragili. Due famiglie hanno accettato l’accoglienza: una è composta da quattro persone con una bambina nata prematura, adesso in ospedale. L’altra famiglia, sei figli e i due genitori, di cui la madre incinta, sono risultati residenti in un altro Comune e quindi presi in carico dai servizi competenti. Tutti gli altri sono voluti andare via spontaneamente. Tenere i nuclei insieme è più complicato, ma nelle situazioni critiche interveniamo. Alcuni — chiude Funaro — preferiscono passare da un’occupazione all’altra, anziché entrare nel circuito della legittimità e del rispetto delle regole. Noi sul tema della legalità abbiamo il polso fermo e ringrazio le forze dell’ordine».
L’assessore Funaro Alcuni preferiscono passare da un’occupazione all’altra invece che entrare nel circuito della legalità