Corriere Fiorentino

Addio festival

Arezzo Wave finisce dopo 30 anni Lo dice il patron

- di Francesco Caremani

«This is the end», parafrasan­do The Doors, o se preferite Arezzo Wave, il festival musicale più importante d’Italia e tra i migliori d’Europa, finisce qui. L’ha annunciato ieri mattina Mauro Valenti, presidente della Fondazione Arezzo Wave Italia, visibilmen­te dispiaciut­o: «Il Festival è stato la cosa più importante di Arezzo negli ultimi cinquecent­o anni, ma arrivare ai trenta è stato faticoso, quasi masochisti­co. Con l’attuale amministra­zione la situazione è kafkiana, da una parte, nonostante le richieste, il sindaco non ci ha mai ricevuti, dall’altra non ha mai rinunciato al marchio. Evidenteme­nte, nonostante tutto quello che abbiamo fatto nella musica e nella cultura pop, portando nel mondo, ai giovani di più generazion­i, il nome di Arezzo, non rappresent­iamo una priorità e quindi facciamo altro». Non è la prima volta che Mauro Valenti annuncia la fine del festival, ma questa pare proprio l’ultima. Anche se esperienza, competenza e voglia non sembrano mancare per cercare un altro viaggio e una città per cantare: «Il Festival costava 1,5 milioni di euro e il Comune partecipav­a alle spese per l’8% mentre sul territorio le ricadute economiche erano dieci volte gli investimen­ti fatti», ha rivendicat­o Valenti, snocciolan­do i musicisti che il Festival ha saputo attrarre negli anni o episodi come quello in cui Luis Sepulveda presentava Miriam Makeba: «Nel 2004 abbiamo raccolto 80.000 euro per Emergency, con i quali hanno costruito due sale operatorie per 32.000 interventi».

È questa la chiave di lettura per la cessione delle quote di Radio Wave, la voce del Festival da Arezzo e per Arezzo, quando ha iniziato a girare per l’Italia. Niente Festival, niente più radio, anche se i nuovi gestori, che inizierann­o la propria attività dal 1 gennaio, non hanno voluto ancora rivelarsi.Non mancano, però, i progetti musicali. E se da una parte con la fondazione continuerà a portare in giro per il mondo i gruppi, deve anche decidere con i vari responsabi­li regionali come non disperdere il talento di chi si è avvicinato al Festival in questi anni. La Siae gli ha già finanziato quello della Rock’n’roll high school: «L’idea è andare a cercare i talenti acerbi nelle scuole superiori, presto avrò un incontro con la presidenza della Regione per coinvolger­e i 160.000 studenti della Toscana». Uscirà sicurament­e un libro sui trent’anni di Arezzo Wave e Valenti vorrebbe creare Mauro Valenti e i suoi collaborat­ori mentre mostrano i tanti articoli dedicati al festival nel corso degli anni uno spazio per esporne le memorabili­a: «Ad Arezzo mi hanno risposto quanto pesava la roba, ma visto che non si tratta di cibo cercherò di farla in un’altra città toscana».

Sempre con lo stesso spirito alternativ­o: «Volevamo rendere questa città più pimpante, creativa e gioiosa, ma adesso non ho più voglia di discutere con i politici».

 È stato la cosa più importante della città negli ultimi 500 anni Arrivare a questo traguardo è stato quasi masochisti­co

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