«Forse torno nel Pd, ma in Versilia va commissariato»
Il sindaco di Viareggio Del Ghingaro: per la segreteria io sto con Rossi, ingiuste le critiche di Parrini
Con il partito nazionale e regionale ho sempre avuto ottimi rapporti, qui invece si è ragionato solo di espulsioni contro chi osava opporsi alla deriva
«Se Enrico Rossi deciderà di candidarsi come segretario nazionale Pd, io sarò con lui in prima linea: a me piace stare con i soldati e non con i caporali». Lo dice senza mezzi termini Giorgio Del Ghingaro, da un paio di settimane reinsediato sindaco di Viareggio dopo la lunga vicenda giudiziaria legata alla regolarità (sancita infine dal Consiglio di Stato) delle elezioni comunali del 2015, nel commentare esito ed effetti del referendum costituzionale.
«Spiace — dice il sindaco — perché la riforma proposta, per quanto perfettibile, era valida. Ho trovato però di cattivo gusto, in Toscana, le critiche rivolte dal segretario regionale Pd Parrini al governatore Rossi: una analisi ingenerosa, parziale e ingiusta». Del Ghingaro non le manda poi a dire alla segreteria dem della Versilia: «Negli ultimi anni — afferma — ha inanellato una serie di brucianti sconfitte: alle amministrative di Viareggio e Pietrasanta, ma anche alle regionali dove non è stata in grado di far eleggere un solo consigliere versiliese. E ora il referendum. Queste persone dovrebbero fare una seria riflessione e un passo indietro. A Viareggio e in Versilia al Pd serve un commissario». Eppure appena un mese fa Matteo Renzi proprio a Viareggio aveva chiesto a Del Ghingaro e al segretario democratico versiliese Dati una sorta di tregua.
«Col Pd — rincara il sindaco — a livello regionale e nazionale ho sempre avuto ottimi rapporti, a Viareggio invece ho trovato porte in faccia da parte di chi ha ragionato solo di espulsioni contro quelle persone che osavano opporsi a chi stava portando la nave contro gli scogli. A livello locale il partito va ripensato con umiltà e chi ha sbagliato deve dimettersi». Dal primo gennaio Del Ghingaro potrà tornare a chiedere la tessera del partito: «Assieme al mio gruppo parleremo di questa cosa — chiarisce — e decideremo cosa fare assieme. Vorrei rimarcare però che il Comune di Viareggio è guidato da un sindaco e ben 4 assessori su 6 che provengono dal Pd. E l’associazione Buonvento che ho creato è piena di iscritti e militanti democratici. A buon intenditor…».
Il sindaco spiega di non aver più sentito l’ex vicesindaco Martina dopo il suo rifiuto a tornare in giunta. «Sostituirla numericamente? — dice — Vedremo gli scenari che matureranno ma non c’è fretta: la squadra è forte e completa già adesso. La priorità della nostra amministrazione era e resta il dissesto economico del Comune. Puntiamo entro l’estate 2017 ad arrivare al suo superamento sostanziale attraverso il ricorso alla procedura semplificata, una sorta di concordato che ci permetterà di ridurre il debito da 220 a 53 milioni di euro che poi contiamo di reperire attraverso due mutui ministeriali e l’alienazione di beni di proprietà comunale».
Sul tema sicurezza invece, Del Ghingaro non risparmia un affondo: «In questo settore ci son gravi carenze della Prefettura di Lucca. Abbiamo chiesto inutilmente per mesi un incremento di forze dell’ordine nei punti strategici della città, mentre in nostra assenza è stata usata la foglia di fico di un provvedimento su piazza Dante (locali considerati a rischio chiusi dalle 19,30 alle 6, ndr) che non va bene. I dati che indicano un calo dei reati in città? Buoni solo per riempire gli scaffali di qualche burocrate».
Infine, uno sguardo alle sfide elettorali del 2017: «Saremo presenti a Lucca, Camaiore e Forte dei Marmi con la nostra squadra, lavorando ad un programma e ascoltando gli altri: potremmo presentare un nostro candidato oppure appoggiarne altri, se ci troveremo in sintonia. Se è vero che mi sarei candidato a Lucca in caso di sentenza sfavorevole del Consiglio di Stato? Sì, ma non lo scriva (ride, ndr)».