La prima volta di baby Chiesa (e la corsa ad abbracciare Sousa)
Gol numero uno in carriera per l’attaccante. Paulo: «Contento per lui, sta crescendo»
Forse tra tutti i giocatori della Fiorentina sarà l’unico a ricordarsi della trasferta in Azerbaijan. Perché da ieri la partita con il Qarabag sarà sempre ricordata come quella del suo primo gol tra i professionisti. Dopo nove presenze e poco più di 300 minuti con la maglia della prima squadra Federico Chiesa è entrato, infatti, per la prima volta nel tabellino dei marcatori. E lo ha fatto al 74’ con un colpo di testa a porta vuota dopo una conclusione deviata di Kalinic. Un guizzo risultato decisivo per la vittoria finale.
Così per lui sarà per sempre una gara speciale. E poco importa se Federico, scelto come esterno destro titolare da Sousa (che è corso ad abbracciarlo per il gol), dalla gioia sia passato in dieci minuti alla disperazione, causata dalla rabbia per un’espulsione ingenua (84’). Un secondo giallo arrivato per una trattenuta in una zona innocua del campo che, di fatto, dimostra ancora la mancanza di esperienza su cui un ragazzo di appena diciannove anni può e forse deve ancora lavorare. Niente di strano, tanto che i compagni, appena l’arbitro Bebek ha estratto il rosso, sono andati subito a consolarlo, capitan Gonzalo in primis.
L’espulsione, comunque, ha limitato solo in parte i festeggiamenti, iniziati subito dopo il gol dalla panchina. Come? Con abbracci, pacche sulle spalle e grandi complimenti. L’abbraccio più lungo con l’amico Lezzerini, consolato proprio da Chiesa in occasione degli errori commessi dal portiere contro il Paok e per l’esclusione dai titolari a Baku. La reazione più sorprendente, però, è sicuramente quella di Paulo Sousa, che sul numero 25 viola ha scommesso fin dal ritiro di Moena. Per questo quando il portoghese è entrato in campo per abbracciarlo ha pensato più alla gioia del suo giocatore che al gol del vantaggio appena realizzato. «Non è una mia vittoria personale — dice Sousa sul gol di Federico — è il nostro compito quello di far crescere giocatori, sono contentissimo. Comunque su di lui non ho nessun dubbio».
Sousa non va oltre, ma il sorriso fa intendere che le sue previsioni sulla carriera di Chiesa stanno trovando conferme. Intanto ieri sera ha fatto un primo passo, decisivo e meritato. Anche perché Federico da luglio ad oggi è cresciuto molto. Lo ha fatto fisicamente e tecnicamente, dimostrando anche grande umiltà e personalità quando, per esempio, è tornato a giocare con gli ex compagni della formazione Primavera. Anzi, è stato decisivo anche in quell’occasione.
Solo una settimana fa, infatti, ha segnato un gol bellissimo alla Juventus con un destro all’incrocio dei pali. Anche in quell’occasione un mucchio di compagni lo aveva sommerso. Ma tra i giocatori c’era anche mister Federico Guidi, che ieri sera è stato uno dei primi a mandargli un messaggio di complimenti, come aveva fatto con Perez per l’esordio in prima squadra a San Siro. Guidi, gli ex compagni della primavera, i parenti e ovviamente babbo Enrico. In attesa da tempo di questo grande passo. Ieri solo complimenti, poi però è facile attendersi anche una tirata d’orecchi per l’espulsione. Chissà. Intanto la «ciliegina sulla torta» (definizione di Sandro Mencucci sul gol di Chiesa) ha dato un’ulteriore conferma. Chiesa troverà sempre più spazio in questa Fiorentina. E perché no, magari qualche altro gol decisivo.
L’espulsione La delusione dopo il rosso: Federico è uscito dal campo con le mani sul volto