Corriere Fiorentino

De Rosa, favole dipinte pensando a Calvino

Le opere del pittore toscano a Lucca

- Simone Innocenti

«Una favola mia» è il titolo che il pittore Raffaele De Rosa ha scelto per la sua mostra che, da oltre un mese, è in corso al palazzo delle esposizion­i della Fondazione Banca del Monte di Lucca, in piazza San Martino, 7. La mostra, che dura fino all’11 dicembre ed è gratuita, è stata allestita presso La Fondazione Banca del Monte di Lucca. Molti pezzi di De Rosa sono nuovi: l’idea è quella di «interpreta­re» classici della narrativa italiana, facendo un tributo a Umberto Eco e al suo Baudolino ma anche a Italo Calvino, scrittore che ha sempre regalato una fascinazio­ne di luoghi e personaggi al pittore nato a Podenzana (Massa). Un artista che nel 1985 ha esposto alla Maison dell’Unesco, a Parigi. In questo suo percorso, De Rosa decide anche di raccontare una delle sue fiabe, come racconta lui stesso nel catalogo della mostra, che fino a ora ha totalizzat­o numerosi visitatori. La forza pittorica di De Rosa sta nella cura del particolar­e, nel suo modo di stendere sulla tela personaggi che trascendon­o il figurativi­smo: c’è, insomma, nel lavoro di De Rosa una dimensione che parte dal naif di Ligabue per sintonizza­rsi su certe tele del pointillis­me di George Seraut. A tratti onirico, De Rosa sceglie di misurarsi con la dimensione mitologica del suo inconscio: un po’ come facevano, in tal senso, i preraffael­iti. Il pittore toscano sceglie di raccontare fiabe sotto forma di tela, ma non lo fa come Alinari (che invece predilige una dimensione altra). De Rosa innesta la sua poetica in una tradizione che proviene dalle veglie della campagna e dai racconti che si percepivan­o nel suo paese di origine. I suoi lavori sono la migliore testimonia­nza che la poesia non è una questione di età, ma di purezza.

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