Streghe e coltelli: il «Macbeth» dei ragazzini
Al Goldoni il grande successo dello spettacolo di Venti Lucenti. Ancora quattro recite
Mica facile spiegare Macbeth ai bambini. Una delle più sanguinose tragedie shakespeariane e una delle più fosche opere verdiane fuse insieme per un viaggio nell’orrido dell’animo umano. Eppure, visto il successo clamoroso de Le notti delle streghe, l’ultimo spettacolo di Venti Lucenti, pare che Manu Lalli, che ne ha curato regia e scrittura scenica, questa sfida l’abbia vinta alla grande. Teatro Goldoni di Firenze gremito in ogni ordine di palchi, fra un po’ pure sul soffitto (teatro piccolo sì, ma vabbè..), tanto che a furor di popolo è stata aggiunta una recita. Si replica ancora oggi, 13 dicembre, e domani 14, con doppia recita in entrambi i giorni, alle 10 e alle 20. Noi lo spettacolo lo abbiamo visto domenica pomeriggio, e possiamo testimoniare di un vero tifo da stadio con trionfo finale. Eppure, anche se ci sono le streghe, non c’è proprio niente di fantasy e molto di tragico. Tanto che la scena dell’assassinio del re Duncano ci ha ricordato quella adottata da Dario Argento per il Macbeth verdiano due anni fa a Pisa. Perché il sangue è ben presente, la morte pure, l’oppressivo senso della lotta per il potere, l’autodistruzione, la follia idem. È una riduzione, sì, ma non si risparmia nulla. Con una soluzione che è geniale. Perché le streghe sono spesso in primo piano, per loro tanta ginnastica e diverso recitato, ma la parte che Verdi affidava al terzetto la canta un coro particolare, i bambini del progetto «Opera in campo», quasi sempre presenti sul palco ad agitare sordidi coltellacci, truccati e vestiti da streghe e stregoncini di ogni ordine e grado. Bravissimi, ben istruiti da Ennio Clari, sono la chiave di volta dello spettacolo. E pure Macduff, il figlio di Banco, colui che darà corpo alla profezia delle streghe sulla sorte di Macbeth, è qui un bimbo. Fuggito al macello che è stato fatto dai sicari di Macbeth della madre e dei fratelli. Macello non celato, ma vissuto in primo piano. Insomma, il male è ben presente. Le scene di Roberta Lazzeri, le luci, efficacissime, di Marco Faustini, e i costumi, veramente azzeccati, di Cecilia Russo, fanno il resto.
E non puoi non pensare, ora che anche da noi è scoppiata la moda di Halloween, chissà quanto si saranno divertiti. Ma qui altro che Halloween, in questa notte di Valpurga batte il dramma vero che ha reso eterni due capolavori. Con un passaggio senza soluzione di continuità dal canto al verso, grazie a un doppio Macbeth e una doppia Lady. Complimenti al baritono Benjamin Cho e al soprano Euheee Kim, oltre che all’apparizione Marta Pluda. Allievi dell’Accademia del Maggio per una produzione che coinvolge anche il conservatorio Cherubini, la cui orchestra è diretta dal giovane Francesco Pasqualetti.