TESORO FUNARO LA BIBLIOTECA-TEATRO
Nel centro culturale tante iniziative legate ad un patrimonio librario unico Letture, compleanni d’autore, e per i più piccoli il «raccontamerende» Massimiliano Barbini: «Gli scrittori non muoiono mai e noi li festeggiamo»
Ha trasformato la sua biblioteca in un teatrino elisabettiano, col classico ballatoio in legno che ruota intorno alla sala di lettura. Così, Massimiliano Barbini coniuga le sue grandi passioni, i libri e il teatro, contagiando gli ospiti del Centro Culturale il Funaro a Pistoia. Tutto è nato quando ancora il centro non c’era, ma esisteva il Teatro Studio Blu: «Allora lavoravo per un distributore di libri — racconta Barbini — ma organizzavo anche letture pubbliche per la biblioteca di Pistoia, e avevo iniziato a collaborare con queste ragazze, occupandomi dei corsi di teatro per ragazzi». Poi, nel 2009, queste donne visionarie — Antonella Carrara, Lisa Cantini, Mirella Corso e Francesca Giaconi — decidono di fondare il Funaro e per Barbini si concretizza un sogno. «Mi è stato chiesto di collaborare a tempo pieno, creando una biblioteca specializzata in materiale teatrale». Dalla sua biblioteca, Barbini anima il centro con numerose attività. Fra queste, i Compleanni d’autore: «per noi gli scrittori non muoiono mai, quindi li festeggiamo come se fossero ancora vivi: spegniamo la candelina e leggiamo i loro testi». Nel 2017 ad esempio si celebrano i 96 anni di Friedrich Durrenmatt (13 gennaio), i 119 di Bertolt Brecht (10 febbraio), i 106 di Tennesse Williams (24 marzo). E non mancherà una serata per Shakespeare che ad aprile compirebbe 453 anni. In programma, anche presentazioni di volumi storici, organizzate come se fossero freschi di stampa o letture combinate con proiezioni di film . Per i più piccoli ecco il «Raccontamerende»: letture seguite da gustosi spuntini. I libri sono al centro di tutto: con la sua collezione di testi teatrali del ‘900, la biblioteca del Funaro è una delle più fornite del settore. Fa parte della Redop, la rete delle biblioteche della provincia di Pistoia, e aderisce a tutti i servizi del coordinamento, dal catalogo collettivo al prestito interbibliotecario. A impreziosire la raccolta c’è poi l’archivio di Andres Neumann, produttore e distributore teatrale che ha lavorato con maestri come Ingmar Bergman, Peter Brook o Pina Bausch. «Ha collaborato alla nascita del Funaro, permettendo l’arrivo dei tanti artisti internazionali sbarcati in questa sala». E intanto è stato anche ultimato il volume con l’inventario complessivo delle carte, scrupolosamente schedate da Andrea Ottanelli. Una preziosa mappa presto online, sul sito web del Funaro, e anche su quello del Mibact. Ma perché le carte non restino a uso dei ricercatori, Barbini ha anche ideato delle mostre speciali. Ha iniziato con Carmen. Il racconto di un allestimento leggendario, che oltre all’esposizione di locandine, rassegne stampa e video d’epoca, ripercorreva la creazione dello spettacolo di Brook e la tournée ita-
liana organizzata da Neumann, con la musica dal vivo eseguita dagli allievi del Cherubini. E sta preparando un evento analogo su Palermo Palermo di Pina Bausch, un altro dei grandi tesori dell’archivio. Intanto, tutti i materiali del produttore uruguayano sono stati collocati sul ballatoio in legno che corona la biblioteca. Da questa galleria elisabettiana, Barbini guarda i suoi libri e si illumina. «Abbiamo una prima edizione della Fedra di D’Annunzio, la prima edizione degli scritti di Pascoli, ma il mio preferito resta un libriccino piccolo piccolo che condensa tutto quel che dovrebbe essere il teatro: La porta aperta di Peter Brook, nella prima edizione per Anabasi».