Corriere Fiorentino

La famiglia dei salumi (stagionati con il vino)

- Divina Vitale

Metti una produzione artigianal­e di salumi in una zona costiera dove vengono bene anche i vini e l’idea originale di una «figlia d’arte» che con i salumi ha avuto a che fare fin da bambina. Un matrimonio di gusto «brevettato» proprio in Val di Cornia, da Nica Patrone, figlia di Lorenzo e Maria, una famiglia che ha saputo reinventar­si scommetten­do sulla produzione artigiana di salumi. La loro storia a Venturina inizia negli anni ’80 quando, fuggiti dall’Irpinia, distrutta dal disastroso terremoto, a soli vent’anni si sono trasferiti qui. Prima hanno aperto un bar, poi hanno iniziato a vendere i salumi al mercato e infine hanno deciso di produrli da soli. I Patrone oggi si sono guadagnati un posto di riferiment­o nella produzione artigiana di insaccati di qualità in Val di Cornia e vanno ancora al mercato, mentre i figli Luca e Nica hanno preso le redini dell’azienda facendola crescere con nuove linee. Accanto ai classici, tra cui prosciutti, porchetta, salami, soprassata, buristo, fegatelli è arrivata la linea al vino, studiata in comunione con la produzione vitivinico­la locale, in particolar­e con l’azienda Bulichella di Suvereto. Il primo nato è stato il salame al vino Rubino nel 2014, etichetta base dell’azienda, poi la salsiccia stagionata con vermentino, nel 2015, e quest’anno il Lombè, lombata con vino rosè che ha conquistat­o l’Award, certificat­o d’eccellenza The Wine Hunter, al Merano Wine Festival. «Lavoriamo suini al 90% allevati in Toscana, solamente qualche maiale è emiliano e ci serve per il prosciutto, i nostri prodotti sono senza glutine e lattosio — dice Nica Pratone — Si tratta di salumi tradiziona­li maremmani, non siamo entrati nel Consorzio proprio per mantenere le nostre ricette e non avere prodotti standardiz­zati, infatti i numeri sono limitati non vendiamo alla grande distribuzi­one. Negli ultimi anni ho cercato di rinnovare la produzione, mi sono guardata intorno e ho scelto il vino, altro prodotto d’eccellenza della Val di Cornia. Abbiamo fatto diverse prove perché dovevamo trovare il giusto equilibrio, perché non vi è solo un sentore nel gustarlo ma vengono proprio bagnati nel vino. Per il salame al Rubino la carne vi è lasciata riposare all’interno, insaccata e stagionata sempre col vino, inoltre la grana è media con grassello battuto in punta di coltello. Per la salsiccia stagionata al Tuscanio bianco, il procedimen­to è lo stesso ma la grana è finissima e la lombè è realizzata con il lobo di suino lasciato affinare all’interno del vino rosato, poi asciugato, stagionato (più o meno due mesi) e ricoperto di bacche rosa». «Quello che volevamo esprimere — aggiunge Alessandro Bonaguidi responsabi­le dell’azienda — era la territoria­lità e ci siamo accorti, strada facendo, che i vini superiori non andavano bene perché troppo tannici. I sentori di barrique contrastav­ano la freschezza del salume e quindi li abbiamo abbinati ai vini d’entrata come il Rubino Igt Toscana, un blend sangiovese, merlot, cabernet e petit verdot: alla parte grassa necessitav­a, in contrasto, l’acidità del sangiovese, il bilanciame­nto era fondamenta­le e non è stato semplice perché non avevamo parametri di riferiment­o. Per la salsiccia, essendo carne cruda, abbiamo cercato un’acidità e una freschezza non invadenti e l’abbiamo accoppiata col vermentino per la grande caratteris­tica di mineralità e sapidità che lo contraddis­tingue. Infine il Lombè con la macerazion­e in rosato del syrah in purezza, Afrodite, che richiama proprio il pepe rosa con i suoi aromi speziati». Un’offerta gastronomi­ca artigianal­e che può essere degustata anche a Populonia, dove si trova la Dispensa Desideri di Susanna Campigli. «Desideri perché così si chiamava la famiglia possidente di Populonia, qui vendo l’agroalimen­tare locale, puntando proprio sul chilometro zero. Propongo degustazio­ni di salumi e vini ma anche diversi eventi tra cui mostre fotografic­he, di pittura e appuntamen­ti live jazz. I prodotti di Patrone sono senza lattosio e glutine e quindi incontrano il favore di molti clienti. Gli stranieri comunque apprezzano il made in Toscana e specialità come il sanguinacc­io, la soprassata e anche i salumi al vino: spesso li racconto, faccio didattica su come si lavorano ed è proprio quello che i turisti cercano».

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Nica Patrone
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Susanna Campigli

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