Meglio prevenire: 30 per cento di vittime in meno
La prevenzione per il tumore ai polmoni funziona. Come per il cancro alla mammella, i controlli ripetuti nel tempo sono risultati decisivi a salvare molte vite anche per la prima causa di morte tra i fumatori. Lo dimostra lo studio Italung, finanziato dalla Regione Toscana e coordinato dall’Ispo, che in nove anni ha condotto una ricerca su 3.206 fumatori tra i 55 e i 69 anni di Firenze, Pisa e Pistoia: i decessi tra le persone sottoposte allo screening sono state 29 ogni 1.000, rispetto alle 42 su 1.000 di quelle non sottoposte ai controlli. Cioè un terzo in meno. Chi, insomma, è stato controllato nel tempo (con le Tac) e ha quindi potuto scoprire precocemente di avere il cancro, ha una probabilità di morte che si riduce del 30 per cento. «Un numero di vite salvate importante — spiega Francesca Maria Carozzi, dell’Ispo — in una malattia che tuttora è il primo killer tra i tumori e che continua ad essere la prima causa di morte tumorale, per la quale ancora oggi le probabilità di sopravvivenza non superano il 10-15 per cento a 5 anni dalla diagnosi». Lo studio, coordinato dal direttore di Ispo Gianni Amunni e realizzato con la collaborazione di 269 medici di famiglia, sarà presentato domani (dalle 10) in un workshop all’istituto tumori di Careggi. Durante i lavori, cui parteciperà anche l’assessore regionale alla salute, Stefania Saccardi, si discuterà su come arrivare a un programma di screening organizzato per tutta la popolazione a rischio. (G.G.)