Corriere Fiorentino

Crollo Pisa, la crisi raddoppia

Ko a Cittadella dopo giorni da incubo. Gattuso: io non mollo. Corrado rilancia

- Gabriele Noli

Dalle parole, sotto forma di comunicato, ai fatti. Il gruppo Corrado ha presentato ieri alla famiglia Petroni una proposta per l’acquisto del Pisa, tenendo fede a quanto annunciato venerdì. Una buona notizia in una giornata difficilis­sima, con la squadra sconfitta a Cittadella 1-0 e adesso in zona play-out.

Un’offerta al ribasso però quella di Corrado (la prima era stata vicina ai 10 milioni, questa sarebbe intorno ai 6), perché sulla testa del club pende la spada di Damocle della penalizzaz­ione (dai 2 ai 4 punti), conseguenz­a del mancato pagamento degli stipendi (la scadenza di venerdì non è stata rispettata), a cui va sommato un altro -1 per il mancato versamento dei contributi di luglio e agosto. Adesso tutto è nelle mani della Carrara Holding, di Petroni, chiamati ad esprimersi in tempi rapidi. Rapidissim­i.

Un eventuale rifiuto comportere­bbe la rottura definitiva della trattativa. Giuseppe Corrado, infatti, è stato chiaro: o l’attuale proprietà accetta alle condizioni stabilite, oppure fine delle negoziazio­ni. Il rappresent­ante di Magico Srl ha assistito dalla tribuna del Tombolato, assieme al presidente della Lega B Andrea Abodi, alla sconfitta del Pisa, decisa da una rete di Salvi nel recupero del primo tempo. Una gara in costante salita per i nerazzurri: la colonna difensiva Lisuzzo fuori per infortunio già dopo 6 minuti, il centrocamp­ista Di Tacchio espulso alla mezz’ora. Ma il risultato, seppur negativo, interessa Uno sconsolato Rino Gattuso in panchina. Sopra, il gol-partita di Salvi a pochi, in relazione ad un futuro incerto. Instabile. Preoccupan­te. Ai giocatori e ai tifosi non resta che aggrappars­i a Rino Gattuso, lui che in estate si era dimesso («Mi hanno massacrato quando sono andato via dicendomi che ero incoscient­e e che agitavo la piazza») e che ora non pensa affatto a compiere un passo indietro. Anzi. «Se non arriverà chi salverà questa società, sarò l’ultimo a andar via», ha dichiarato a Sky nel pre-gara.

Ringhio tacitament­e spera, ma non si illude. Anche perché «bisogna vedere se dall’altra parte vogliono vendere. Il problema è che ogni giorno cambiano modo di pensare. Di là c’è gente a cui manca qualcosa a livello mentale, oppure non sappiamo cosa c’è dietro». L’ipotesi della mancata cessione del club farebbe riesploder­e la rabbia dei tifosi, pronti ad attuare nuove, eclatanti azioni di protesta (venerdì hanno bloccato il pullman della squadra a San Rossore), tanto da mettere in dubbio il regolare svolgiment­o della gara interna di sabato (alle 12,30 contro lo Spezia. All’orizzonte ci sarebbe poi l’incubo del fallimento, che assumerebb­e concretezz­a laddove entro fine anno non venisse ripianato il passivo di 1,8 milioni.

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