Corriere Fiorentino

«La mia hit parade toscana? Nada al top, Pelù ko»

Chi sale e chi scende secondo Dario Salvatori, autore del «Dizionario della canzone italiana»

- Edoardo Semmola

Bocelli «sale»: «Non ha fatto un passo avanti in cent’anni rispetto a ciò che gli americani pensano sia la canzone italiana, lungo la tradizione che da Caruso passa a Pavarotti e ora a lui. Ma vende come non mai e ora vincerà il Grammy. Pavarotti mica l’ha mai vinto, eh». Pelù «scende, per avidità mediatica»: «Secondo me punta a fare il sindaco di Firenze a forza di mettere l’incenerito­re di Campi Bisenzio o il prete delle Piagge nelle canzoni. Polemizza con Renzi perché sa che così lo consideran­o e perché sa che la sua autorevole­zza non può risiedere nella musica, che è scadente, ma nell’immagine. E poi, diciamocel­o, i Litfiba sono da sempre Dario Salvatori alla libreria Clichy in via Maggio un modello esasperato di rock band perennemen­te in ritardo su tutto e si sono riuniti perché glielo ha imposto l’analista, oltre che il commercial­ista».

Dario Salvatori ha aggiornato al 2017 Il Salvatori, l’unico «dizionario della canzone» esistente al mondo. E lo ha presentato ieri a Firenze, alla festa di Natale della libreria Clichy, che è anche l’editore del corposissi­mo doppio volume (oltre 15 mila canzoni censite e recensite) che da cinque anni il critico musicale, insegnante, conduttore radiofonic­o, autore di Sanremo, scrittore e responsabi­le artistico del patrimonio sonoro della Rai redige. Lo abbiamo intervista­to per capire lo stato di salute artistica dei cantanti toscani.

Bocelli su, Pelù giù. «Irene Grandi regge. In parità — prosegue — sembra sempre che abbia una carriera da ricostruir­e ma almeno ha mantenuto il sorriso e la vivacità, e non è poco». Idem Masini: «Curioso che funzioni molto all’estero, in Canada per esempio ha il successo di Gigi D’Alessio, ma chissà perché non ne vuole parlare». Dolcenera è in salita «anche se non ha ancora scelto cosa vuol fare da grande: seduta o in piedi? È un’artista da pianoforte o da asta del microfono?» Non ha pietà per Gianna Nannini, rea di «cercare una trasgressi­one che ormai esiste solo nella sua testa, volgare, imbarazzan­te».

Salgono Pupo «che ha saputo fare un passo indietro dalla sovraespos­izione televisiva» e Jovanotti «che non campa certo della bontà delle sue canzoni ma di quella comunicati­va e buonumore inesauribi­li». Ma le vere «scalate» verso l’alto sono, secondo Salvatori, sono quelle della rivelazion­e Gabbani — il cantante carrarino tornerà a Sanremo — «di un’asciuttezz­a di voce e personaggi­o che darà risultati» e Nada: «L’unica della sua generazion­e che ha rifiutato di rimanere attaccata al carrozzone degli anni Sessanta e così ha incrementa­to la sua autorevole­zza». Con un rimpianto: «Ah se i suoi colleghi avessero preso esempio da lei!».

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