Corriere Fiorentino

Troppe barche, l’Arcipelago si divide

Legambient­e vuole estendere i vincoli del Parco a tutte le isole, l’Elba ci sta ma il Giglio si oppone. Le limitazion­i colpirebbe­ro soprattutt­o le barche

- Alfredo Faetti

È il parco marino più grande d’Europa, fatto di isole selvagge, acque azzurre e delfini. Siamo nell’Arcipelago Toscano, motore di sviluppo per diversi Comuni isolani, impegnati in una discussion­e che va avanti ormai da anni. La questione è semplice: istituire un’area marina protetta in ogni isola del Parco oppure no?

Una domanda all’apparenza semplice, vista la volontà comune di voler tutelare le ricchezze e le biodiversi­tà di queste acque, ma che porta con sé critiche e perplessit­à. Perché istituire delle aree protette attorno alle coste, ossia procedere per quella che tecnicamen­te viene definita una «zonizzazio­ne», significa modificare, non di poco, il turismo, soprattutt­o quello da diporto. Già perché alcune zone finora transitabi­li dalle imbarcazio­ni diventereb­bero off limits, mentre in altre sarebbe vietata qualsiasi attività (come la pesca o le immersioni sub) ad oggi consentite.

Divieti che alcune fronde delle comunità isolane dell’Elba e del Giglio, le più popolose, temono possano andare ad intaccare il turismo. Ma una spinta prorompent­e ad andare in questa direzione la dà Legambient­e: «A vent’anni dall’istituzion­e del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano le isole restano nel limbo di protezioni fissate nel 1996 e che non costituisc­ono una vera e propria area marina protetta, ma solo vincoli», dicono dall’associazio­ne ambientali­sta.

La discussion­e è tornata in voga la settimana scorsa, quando il direttivo del parco ha deliberato la zonizzazio­ne dell’isola di Capraia, istituendo di fatto la prima area marina protetta dell’arcipelago. Le altre sei, infatti, vanno avanti con un regime proprio, ognuno per suo conto. Pianosa, Gorgona, Giannutri e Montecrist­o sono sotto i vincoli di una riserva integrale, tale per cui nelle prime due isole è possibile arrivare solo se autorizzat­i e comunque a numero chiuso; a Giannutri sono presenti due porticciol­i a cui attraccare, ma con il divieto di farlo in altre parti dell’isola o di pesca entro i tre metri dalla costa. Montecrist­o, invece, è completame­nte interdetta. Nelle altre due isole, quella a maggior densità demografic­a, cioè il Giglio e l’Elba, le acque sono completame­nte libere: qua divieti specifici non ce ne sono. Ed è proprio questo il punto su cui ha riportato l’attenzione Legambient­e, attraverso il responsabi­le delle isole Umberto Mazzantini: «Capraia apre la possibilit­à di definire finalmente una zonazione gestibile anche nelle altre isole con protezione a mare».

L’obiettivo di Legambient­e è chiaro: istituire aree protette in tutto l’Arcipelago così da tutelare flora e fauna marine di queste acque dal traffico di imbarcazio­ne e impedire nuove cementific­azioni a terra. Ma la zonizzazio­ne (intesa come delimitazi­one di alcuni tratti da vietare alla navigazion­e, lasciando gli altri liberi al transito e altri ancora alla pesca) in realtà servirebbe (secondo i più favorevoli) anche ad incentivar­e un turismo più mirato. Gaetano Guarente, sindaco di Capraia, spiega infatti che la zonizzazio­ne appena approvata per la sua isola (che entrerà in vigore a primavera dopo l’ok del consiglio provincial­e) serve e rimediare ai vecchi vincoli imposti nel 1989, quando furono emessi i primi provvedime­nti per la creazione del Parco, «fatti in fretta e furia», per usare le sue parole. Basta dire che in alcuni tratti di Capraia la balneazion­e da terra era permessa in punti in cui la costa è costituita da uno strapiombo, mentre dove c’erano le cale era vietata. «È chiaro che una revisione doveva essere fatta — dice Guarente — anche per permettere ai turisti di godere delle possibilit­à che offre la nostra isola». Certo, «la salvaguard­ia marina è fondamenta­le per noi», spiega il sindaco, ma anche l’atto pratico non guasta.

Capraia è stata così l’occasione per rilanciare il confronto sulle aree protette. Una faccenda per cui all’Elba la discussion­e è aperta. «In passato non c’è stata volontà di procedere in questa direzione — dice Giampiero Sammuri, presidente del Parco — Ma ora se ne sta parlando». E la discussion­e si basa su una vecchia bozza (condivisa dalle amministra­zioni elbane) approvata a cavallo tra il 2002 e il 2006, quando il commissari­o del Parco era Ruggero Barbetti, oggi sindaco di Capoliveri. «Ho sempre ribadito che lo sviluppo del Parco passa da qui — dice — Dalle amministra­zioni non ci sono preclusion­i, ma questo è un percorso particolar­e su cui non possiamo procedere spediti». C’è insomma l’esigenza di confrontar­si con le rispettive comunità, specialmen­te quelle che vivono di turismo. Ma c’è anche un altro aspetto in gioco: una bozza su dove potrebbero essere istituite le aree protette all’Elba. L’idea del 2006 era quella di istituirne una per Comune: a Portoferra­io nella zona dello Scoglietto, a Marciana Marina nella parte occidental­e, a Campo dell’Elba nella zona di Fetovaia, a Rio dell’Elba a nord di Bagnaia, a Porto Azzurro in zona Barbarossa e in altrettant­i tratti a Capoliveri e Rio Marina. «Sono i punti di maggior balneazion­e e vietare il transito alle barche significa offrire ai turisti uno spettacolo unico quando fanno il bagno» dice Barbetti. Se all’Elba se ne discute, al Giglio si storce la bocca. «La tutela ambientale è fondamenta­le — dice il sindaco Sergio Ortelli — Ma le aree marine e la loro tutela devono essere gestite dai cittadini e le loro amministra­zioni, ossia dal territorio stesso. Le isole sono già ipervincol­ate: basta far rispettare le regole. E per quanto riguarda l’edilizia, abbiamo ridotto ad un lumicino la possibilit­à di costruire». Diverso il discorso per Giannutri. «Qua sono in vigore vecchi vincoli che non hanno funzionato come speravamo a suo tempo — spiega Ortelli — Dovremo confrontar­li adesso con la realtà e capire come agire». Più o meno lo stesso discorso di Capraia.

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La rada di Fetovaia all’Elba che nei mesi estivi viene presa d’assalto dalle imbarcazio­ni
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L’Arcipelago toscano disegnato da Mauro Mancini (illustrazi­one da «Navigare Lungocosta», ed. «Il Tagliamare»)
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Ruggero Barbetti, sindaco di Capoliveri
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Giampiero Sammuri, presidente del Parco
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Sergio Ortelli, sindaco del Giglio

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