Un triumvirato contro Renzi? Rossi: ci sono, ma...
Speranza si candida, Emiliano lo segue e chiama in tour Rossi. Che dice: ma tutti contro Matteo no
Tutti insieme? Oppure, ancora una volta, divisi appassionatamente? La sinistra (sponda Pd) si trova ancora una volta davanti all’atavico dilemma. Stavolta l’avversario da sconfiggere non è Silvio Berlusconi alle elezioni, bensì Matteo Renzi al congresso, per tentare la riconquista (i renziani dicono «restaurazione») del partito. Renzi ha convocato per oggi l’assemblea del Pd, dove svelerà le carte: in testa ha già la data delle primarie (il 5 marzo prossimo), ma basterà attendere ancora poco per capire quale road map annuncerà il segretario, che dopo la batosta del referendum deve fare i conti con la rivolta degli anti renziani.
Da sinistra però, tanto per cambiare, c’è già forte affollamento, con in testa il governatore toscano Enrico Rossi. Ieri a Roma, durante una convention della minoranza Pd, il deputato bersaniano Roberto Speranza si è candidato contro Renzi per la segreteria, consapevole che sarà una battaglia come «Davide contro Golia». Nella stessa sala c’era pure il governatore pugliese Michele Emiliano, anche lui pronto a candidarsi, ma che gioca d’anticipo annunciando che seguirà Speranza nel «giro d’Italia» annunciato dallo stesso ex capogruppo alla Camera. Emiliano, però, va oltre e in questo «giro», vedremo se tondo o meno, invita anche il collega toscano Rossi: «Se viene anche lui è ancora meglio». Quest’ultimo è già in campo da mesi contro Renzi, ma avendo ben chiaro il rischio affollamento e del tutti contro tutti preferisce la cautela. Uniti a sinistra o con più candidati? Rossi è si deciso a proseguire il suo progetto in autonomia, ma si dice disposto alla «sintesi», per trovare un candidato forte nelle prossime settimane, mettendo però subito le mani avanti: «Sono contrario all’idea di una confederazione di tutti contro Renzi. La nostra gente vuole unità tra di noi. Troveremo un modo, ora contano più i contenuti dei nomi». Più di un avvertimento agli amici bersaniani, che usano termini come «liberare il partito».
Tutto mentre il senatore toscano e ultrarenziano Andrea Marcucci, evidenzia beffardo il tallone d’Achille che si ripresenta a sinistra: «Speranza ha appena fatto in tempo a candidarsi, che già altri due sono a contendergli la leadership della minoranza. Un ritorno al passato di cui il Pd non ha bisogno».
Intanto gli aderenti a «Democraticisocialisti», associazione e braccio operativo di Rossi, ieri hanno fatto il punto in vista dell’Assemblea di oggi con Renzi. «O si fa un congresso vero o i nostri ci spellano vivi — avverte il governatore toscano, che nei giorni scorsi ha fondato la corrente dei Curdi, in contrapposizione a quella dei Giovani turchi» — Non siamo più in grado di andare in giro a mettere gazebo e chiedere un’altra volta chi è il più bello del reame». dice con riferimento alle primarie».
Poi l’affondo: «I tempi per un congresso vero ci sono: il segretario dia le dimissioni come previsto da statuto. Non si può cambiare un’altra volta lo statuto per Renzi», aggiunge Rossi ricordando quando le regole del partito vennero modificate per permettere all’ex premier di correre alle primarie per al premiership contro Pier Luigi Bersani, nel 2012.
Quanto alla minoranza, l’invito del governatore è a non presentarsi al congresso «tutti irregimentati» attorno a un leader: «Ci sarò, se voi vorrete, insieme ad altri, come un gruppo. Dobbiamo rilanciare le ragioni del socialismo, così come ha fatto Bernie Sanders negli Stati Uniti».
Sulla partita di Rossi resta però l’incognita mediatica, fattore chiave: il governatore è certamente popolare in Toscana, ma molto poco fuori. Stessa cosa, ma in Puglia, succede al vulcanico Emiliano, che pur essendo imprevedibile funziona bene in televisione. Speranza ha invece dalla sua il bollino di «bersaniano doc». Ma quanto peserà ancora la «Ditta»? A sinistra: uniti o divisi. Il dilemma è sempre lo stesso, vedremo se stavolta l’epilogo sarà diverso.
Oggi l’assemblea Pd L’ex premier svelerà le carte: la data delle primarie potrebbe essere il 5 marzo