Omicidio Ashley, la Procura chiede l’ergastolo per Cheik La sentenza attesa giovedì
La richiesta della Procura per l’omicidio di Ashley Olsen: «Fu soffocata». Giovedì la sentenza
«Cheik Diaw è l’unico responsabile della morte di Ashley Olsen. Per punirla di un atteggiamento sgarbato, ha colpito la donna e l’ha finita soffocandola, senza pietà. È un omicidio brutale e senza senso merita la condanna all’ergastolo».
Sono le battute finali della requisitoria del pm Giovanni Solinas al processo per l’omicidio della donna americana di 35 anni trovata senza vita nel monolocale di via Santa Monaca, lo scorso 9 gennaio. Ad una manciata di metri, il ragazzo senegalese di 26 anni ascolta impassibile. Per lui l’accusa è pesante: omicidio volontario aggravato dalla crudeltà e per aver agito nei confronti di un soggetto in condizioni di minorata difesa. Ma non reagisce di fronte a quella richiesta che lo manderà in carcere a vita, se dovesse essere accolta dai giudici della corte d’assise di Firenze. «È dimostrato che dopo un incontro al club Montecarla, culminato con un rapporto sessuale nell’abitazione della Olsen con uso di alcol e droga, Cheik abbia volontariamente aggredito la vittima colpendola con calci, pugni e spinte, e facendola cadere per terra e strozzandola con le mani. Alla fine ha lasciato Ashley ormai morta sul soppalco del monolocale. Ha ucciso una giovane straniera, ubriaca e intontita dagli stupefacenti, il cui unico sbaglio fu quello di fidarsi di un ragazzo conosciuto in un locale notturno».
Per il pm Solinas, Cheik «ha sempre mentito, omesso, cambiato versione dei fatti. Nel corso delle indagini l’imputato ha ammesso pacificamente di aver colpito e afferrato Ashley per il collo e di averla sentita lamentarsi quando abbandonò il monolocale. In udienza ha raccontato un’altra storia: quella mattina dopo una notte di sesso e una colluttazione lei lo salutò dal soppalco lanciandogli dei baci. Non è credibile». Per il pm, ad inchiodare il senegalese sono anche le telecamere di sicurezza della zona da quando abbandonò il monolocale di via Santa Monaca alle 11,20 del 9 gennaio fino a quando salì in piazza Duomo su un taxi che lo accompagnò a casa in via Andrea del Castagno. Dall’altra parte dell’aula, seguono l’udienza anche i genitori di Ashley: Walter segue con lo sguardo fisso nel vuoto, Jennifer fissa la foto della figlia sorridente. Per loro, il legale Michele Capecchi chiede un risarcimento di 10 milioni di euro. «Cheik va assolto: non ci sono prove sufficienti che abbia ucciso Ashley — è la richiesta dei difensori Federico Bagattini e Antonio Voce — è il capro espiatorio perfetto per questo terribile delitto: è clandestino, di colore, ha disponibilità economica. In realtà ha ammesso di aver avuto una scaramuccia con Aslhey, ma non di averla strangolata. Qualcun altro, forse il fidanzato può aver varcato la porta di quel monolocale». Solo «un’illazione priva di riscontro — ribadisce il pm Solinas — Federico Fiorentini ebbe l’unica colpa di trovare la sua fidanzata e di aver fatto di tutto per aiutarla». Sentenza il 22 dicembre.
La difesa «Non ci sono prove sufficienti, lui è il capro espiatorio perfetto: clandestino e di colore»