ChiantiBanca con il Trentino, ecco perché
Abbandonata l’idea di trasformarsi in Spa, ChiantiBanca sceglie di restare all’interno del credito cooperativo ma nel gruppo nazionale alternativo a Iccrea-Federcasse, quello guidato dai trentini di Cassa centrale. Che esultato: un bel colpo per un’iniziativa avviata solo a luglio e guardata inizialmente con non poco scetticismo. La banca toscana, che è la terza Bcc italiana, porta acqua al loro mulino. Soprattutto in termini di soci, patrimonio, raccolta, radicamento in un territorio considerato strategico. Ma c’è anche una questione politica, tutt’altro che secondaria, legata al prestigio del presidente di ChiantiBanca Lorenzo Bini Smaghi e al suo «peso» anche nello scenario europeo (Bini Smaghi è stato membro del board della Bce dal 2005 al 2011 e oggi è anche presidente del gruppo bancario francese Société Generale). E la «terza via» convince anche l’istituto di San Casciano, che può così coniugare la permanenza nella tradizione della cooperazione con prospettive di crescita che la holding di Federcasse evidentemente non riusciva a garantire a sufficienza.
«Siamo soddisfatti perché la decisione di ChiantiBanca di rimanere nel credito cooperativo è un segnale molto importante. E siamo molto soddisfatti perché hanno deciso di sposare il nostro progetto — dice il presidente di Cassa centrale banca, Giorgio Fracalossi — Rappresentano un punto di riferimento nel centro Italia sia in termini dimensionali che di radicamento». Per Bini Smaghi, che ha traghettato ChiantiBanca nel passaggio più arduo, ci sarà un posto al vertice del nascituro gruppo? Fracalossi non si sbilancia: «Il nostro progetto è sempre stato condiviso con tutte le Bcc, grandi, medie e piccole: anche per la scelta dei vertici del nuovo gruppo consulteremo i soci. Non c’è il posto garantito per nessuno, anche se è chiaro che il livello del curriculum di Lorenzo Bini Smaghi non devo ricordarlo io e neppure il ruolo importante che ChiantiBanca ha per la Toscana. Quello che conta, però, sono le Bcc e sono sicuro che anche dal punto di vista della governance riusciremo a fare un buon lavoro a favore del sistema».
I trentini marciano veloce e puntano a rendere operativo il nuovo gruppo sei mesi prima del termine fissato dalla legge, già il primo gennaio 2018. Oggi è in programma l’assemblea di Federcasse che si limiterà a prendere atto dell’impossibilità di creare un gruppo unico nazionale. Sancito ufficialmente lo status quo, Cassa centrale banca potrà procedere con la raccolta delle adesioni: ad oggi le Bcc che hanno aderito sono 97 e se si concretizzeranno le promesse già formulate (compresa magari quella della Bcc di Alba, la seconda per dimensione a livello nazionale) si dovrebbe superare quota cento. I passi successivi saranno la definizione del perimetro della holding e la redazione del piano industriale, seguito dall’aumento di capitale riservato alle banche associate per raggiungere il miliardo di patrimonio come richiesto dalla Vigilanza.
E ChiantiBanca sarà un tassello fondamentale di quello che si candida a diventare il sesto gruppo bancario italiano, con 50 miliardi di attivi: «Siamo i più grandi» ha detto domenica il presidente Bini Smaghi all’assemblea dei soci. ChiantiBanca ha attivi per 3,7 miliardi, 25 mila soci, 49 filiali, 466 dipendenti e 306 milioni di fondi propri: un peso specifico che non potrà passare inosservato nel nuovo gruppo «a trazione trentina». Soddisfazione reciproca, quindi. Con la possibilità per ChiantiBanca di rimanere fuori dal perimetro di Federcasse senza dover passare attraverso una cesura netta come la trasformazione in Spa, indigesta a molti soci.
Ma perché i «trentini» hanno deciso di imboccare un sentiero alternativo? «Non potevamo entrare in quello che sarà di fatto un gruppo bancario tradizionale — ha spiegato il presidente Fracalossi — dove la capogruppo comanda. Il nostro progetto si basa su autonomia e collaborazione fra le Bcc aderenti. Se diventiamo banche come le altre, che senso ha mantenere in vita la rete del credito cooperativo? Nel settore bancario servono i grandi player ma anche il sistema delle piccole coordinate e riorganizzate, ciascuna però autonoma sul suo territorio».
Fracalossi, presidente di Cassa centrale Siamo molto soddisfatti che ChiantiBanca sposi il nostro progetto, un segnale importante per il credito cooperativo Un posto al vertice per Bini Smaghi? Nessuno ha la poltrona garantita, anche se è chiaro che il suo curriculum non devo ricordarlo io