Corriere Fiorentino

Clarich non scioglie il rebus Fondazione

- Mauro Bonciani

Ore decisive anche per Palazzo Sansedoni. La Fondazione Mps, che prima dell’assemblea straordina­ria che ha varato l’aumento di capitale è scesa dall’1,4% allo 0,7% di Banca Mps, è ancora alla prese con il rebus dell’adesione all’aumento di capitale. Il termine scade giovedì alle 14 e fonti vicine a Palazzo Sansedoni spiegano che sono in corso le verifiche tecniche ed economiche sull’operazione cui l’ente presieduto da Marcello Clarich potrebbe aderire solo in parte, scendendo ulteriorme­nte. Sul piatto della bilancia anche le consideraz­ioni «politiche», cioè il legame con il territorio e con la Banca — il cui neo presidente Alessandro Falcai è stato indicato proprio da Palazzo Sansedoni — nonché le possibilit­à che l’investimen­to, sia pure contenuto come entità, possa in futuro essere redditizio. La decisione arriverà tra oggi e domani, anche se non è stata ancora fissata la data della deputazion­e amministra­trice che dovrà deliberare, mentre il punto sulla situazione sarà concluso solo dopo la Befana, con la riunione della deputazion­e generale. Palazzo Sansedoni non ha obbligazio­ni subordinat­e di Banca Mps, sottolinea­no le fonti, e deve solo decidere se aderire alla capitalizz­azione per la sua quota dato che tutti gli osservator­i escludono che ne approfitti per salire, magari sfruttando il prezzo a sconto delle nuovi azioni. La Fondazione in questi giorni ha mantenuto uno stretto riserbo sulle sue mosse — come sulla possibilit­à di successo dell’aumento di capitale col mercato privato e sull’arrivo di un nuovo socio forte che possa evitare l’intervento dello Stato — e solo all’ultimo minuto farà sapere quale è il suo futuro. In uno scenario, che comunque vada, sarà completame­nto diverso anche dal recente passato e molto meno legato a Siena e alla Toscana.

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Marcello Clarich

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