Ilicic ha il mal di rigore: ora tocca a Berna
Josip è giù di forma e ha fallito già 2 penalty. Le gerarchie potrebbero cambiare
Stessa storia, stessa squadra, stesso Ilicic. Per un po’ segna gol a raffica, manda in porta i compagni, esce tra gli applausi dei tifosi e rincorre gli avversari. Poi ad un tratto la luce si spegne e inizia il periodo no.
Poca voglia, giocate sbagliate, ritmo lento, rimproveri dalla panchina e inevitabili sostituzioni. Mettiamoci anche gli errori dal dischetto ed ecco la versione peggiore di Josip Ilicic. Niente di nuovo, perché forse lo sloveno è semplicemente fatto così. Prendere o lasciare. Un scelta complicata con cui hanno fatto i conti Montella prima e Paulo Sousa poi, alle prese con il «Doctor Jekyll» con la maglia numero 72.
Perché questa stagione, la quarta a Firenze, altro non è che la replica di quanto già visto precedentemente. Quando Ilicic è passato dall’essere uno dei migliori in campo, capace di gesti tecnici irripetibili per i compagni di squadra, al responsabile unico delle sconfitte viola. Con tanto di contestazioni del pubblico (ricordate i fischi del Franchi e le scuse pubbliche di Josip?) e parole in sua difesa dei vari allenatori, in versione parafulmine.
«Perché a lui, le critiche, fanno più male degli altri». Questione di sensibilità, d’altronde giocare sotto pressione non è facile per nessuno. E a quanto pare nemmeno calciare i rigori. Ci vuole calma, sangue freddo e la giusta tecnica. Doti dimostrate da Ilicic lo scorso anno ( sette rigori trasformati su sette), ma oggi dimenticate. Due errori su tre tentativi in A, contro Milan (sarebbe stato il gol del vantaggio) e domenica con la Lazio. Un errore che ha rimandato le speranze di rimonta dei viola e aumentato i rimpianti. Anche perché a margine della parata di Marchetti, è andato in scena l’ennesimo, stucchevole teatrino: «Tiro io o tiri te? Chi se la sente di più?».
Già, perché su volere preciso di Sousa, le gerarchie nella Fiorentina non esistono. Un’abitudine che però d’ora il portoghese potrebbe cambiare, magari scegliendo il tiratoquanto re designato in allenamento. Difficile in ogni caso che Ilicic si ripresenti sul dischetto, almeno nel breve periodo. Bernardeschi infatti, che oltre ai due rigori segnati in altrettanti tentativi (Udinese e Palermo) è nettamente più in forma dello sloveno e sta crescendo in personalità. L’importante, comunque, sarà non replicare visto nel 2014/2015. Cinque errori su sette e un terzo posto sfuggito anche per problemi di mira.
Questa Fiorentina non può permettersi certe medie. Che sia il caso di aspettare che passi la luna storta di Ilicic e lasciare spazio agli altri?
Cattive abitudini Anche all’Olimpico i giocatori si sono contesi la palla prima di calciare