Pressing e possesso sono spariti Insieme al gioco
Lasciare il dominio del gioco agli altri e cambiare uomini o schemi in base alle caratteristiche dell’avversario. Sousa nell’ultima settimana ha stravolto la mentalità viola degli ultimi anni, ma i risultati sono stati sconfortanti. Da inizio stagione l’allenatore viola ha cambiato 7-8 sistemi di gioco, ha lanciato e dimenticato giocatori (Zarate è l’ultimo esempio) ma soprattutto si è sempre più distanziato dal credo che lo aveva portato in testa alla classifica: il pressing feroce e compatto non si vede da mesi e il proverbiale palleggio viola si è trasformato nel lancio lungo per Kalinic e poco altro. L’impronta insomma non c’è più. Il gioco viola è sempre meno riconoscibile, non diverte (non a caso al Franchi ci sono sempre meno spettatori) e non rende. A volte si esagera con la voglia di attaccare (con il Palermo per esempio), a volte si fa l’esatto contrario (come a Roma). Se gioca contro una piccola la Fiorentina fatica a trovare spazi, se gioca con le più forti prova a limitare i danni spesso senza riuscirci. Contro il Napoli Paulo avrà l’occasione per dimostrare il contrario. Mertens e gli altri fanno paura, ma solo ritrovando l’identità passata si potrà sperare in una (comunque ardua) rimonta fino alle zone europee della classifica. Corvino comunque ha più volte escluso l’ipotesi di un cambio in panchina, anche se certe scelte non sono state né comprese né apprezzate neppure dalla società.