ALTRI UFFIZI LA SALA PER LE MOSTRE
Con «La tutela tricolore» dedicata alle opere recuperate dai Carabinieri inaugurato il grande ambiente di 740 metri dell’Aula Magliabechiana Schmidt: «Siamo al 50 per cento dei lavori. A marzo spazio a Leonardo»
«Oggi è il primo giorno di “vita” dei Nuovi Uffizi» annuncia il direttore Eike Schmidt; «con questa mostra e i nuovi spazi espositivi temporanei si marca il 50 per cento dei lavori in atto da dieci anni, e nei prossimi quattro sarà completato il restante 50 per cento». Ma «in questi due giorni abbiamo anche aperto il primo passaggio interno, dal loggiato alle nuove sale, così potremo spostare tutta la pittura del Cinquecento dove finora avevamo le esposizioni temporanee in una nuova logica di percorso storico-artistico dell’intera galleria».
La nuova sala — 750 metri quadrati ad allestimento modulabile — è l’Aula Magliabechiana, dove da oggi al 14 febbraio vedremo le opere de La tutela tricolore – I custodi dell’identità culturale, mostra che prende il posto delle tradizionali serie natalizie de I mai visti, a ingresso gratuito. Ovvero quelle recuperate nel corso degli anni dal Comando tutela del patrimonio culturale dei Carabinieri che dà la caccia in tutto il mondo all’arte rubata, trafugata dalle tombe, scomparsa in epoca di guerra, finita sul mercato nero. Ex dogana, poi deposito, per decenni, poi sede di uffici amministrativi, «ora ritornata al pubblico per i Nuovi Uffizi», l’Aula Magliabechiana «potrebbe presto contenere anche le 17 opere d’arte trafugate dal Museo di Castelvecchio a Verona», annuncia il generale dei Carabinieri Tullio Del Sette: opere che domani il ministro Dario Franceschini, il generale Fabrizio Parrulli e una delegazione del governo de dell’arma andranno a riprendere a Kiev. A marzo poi, questa stessa sala ospiterà una mostra tematica su Leonardo che accompagnerà il ritorno dell’Adorazione dei Magi dopo sei anni di restauro all’Opificio delle Pietre Dure. Con «il pavimento rialzato per prevenire danni di nuove alluvioni, le finestre anti-proiettile, un montacarichi per il trasporto in sicurezza delle opere direttamente dai camion che entreranno dal nuovo ingresso — prosegue Schmidt — questa nuova ala è sul modello dei migliori musei americani».
Nella prima sala troviamo il ricordo dell’attentato del 27 maggio del ’93 ai Georgofili come i dipinti (o quel che ne resta) di Bartolomeo Bimbi e Bar-
tolomeo Manfredi, poi l’eredità di Rodolfo Siviero, il «Monument Man» fiorentino, dal Pollaiolo a una pistola turca del Settecento, una parte sui ritrovamenti di opere in Iraq e Siria. Nel resto dell’anello si ripercorre la storia della «Diplomazia culturale» con le indagini dei Carabinieri dagli anni Sessanta a oggi, il caso del furto di Urbino del ‘75 (con tanto di servizio del Tg del giorno del ritrovamento n el ’76 in loop) e la Flagellazione di Piero della Francesca. Tra le opere più pregiate anche l’unico volto d’avorio d’epoca romana a grandezza naturale che è arrivato fino a noi (è del primo secolo), ritrovato dai Carabinieri 20 anni fa dopo essere stato trafugato dai tombaroli.